sabato, 24 Novembre, 2018

Ecco quanto consumiamo in Salvaguardia

mappa salvaguardia energia elettrica 2017Uno studio sull’andamento dei volumi di energia serviti dagli esercenti il Servizio di Salvaguardia: un termometro dello stato di salute del mercato elettrico al dettaglio.

Il Servizio di Salvaguardia è lo spauracchio di chi gestisce le forniture energetiche. Rimanere senza contratto, infatti, può costare molto caro. Quanto è esteso il mercato di Salvaguardia? In quali regioni il problema è una vera e propria piaga?

La gara per il Servizio di Salvaguardia per il 2019-20 è in corso e, in attesa di conoscere l’esito che sarà pubblicato la prossima settimana, abbiamo analizzato i dati raccolti da Acquirente Unico nell’ambito della procedura di Gara.

I dati del 2017 

E’ molto interessante osservare il 2017, anno in cui numerose amministrazioni hanno conosciuto le conseguenze di rimanere senza un contratto di fornitura in seguito alla vicenda Gala Spa.

E’ noto che il problema della Salvaguardia è più diffuso nelle regioni meridionali. Infatti, dove ci sono maggiori difficoltà finanziarie nel far fronte agli impegni contrattuali con il fornitore di energia, è più facile subire risoluzioni contrattuali, con conseguente cambio involontario del fornitore di energia e applicazione di condizioni economiche più sfavorevoli (quantificabili con il valore del “Parametro Omega”).

Nella mappa seguente l’altezza delle barre e l’intensità del colore rosso indica l’incidenza dei consumi maturati in Salvaguardia nel 2017, rispetto al totale dei consumi. La scelta del rosso non è casuale. Non dimentichiamolo: per le PA, maggiori costi rispetto a Consip significano rischio di danno erariale (per un approfondimento rimandiamo a Da Salvaguardia a Consip: istruzioni per l’uso. 1° parte: calcoliamo il Danno Erariale)

mappa salvaguardia energia elettrica 2017

Al primo posto troviamo la Calabria, dove oltre il 5% dell’energia consumata è fornita dall’esercente Salvaguardia. Seguono Sicilia, Campania e Basilicata.

La graduatoria si chiude con le regioni più Settentrionali: Valle d’aosta e Trentino Alto Adige, dove i consumi in Salvaguardia sono appena 2 e 15 GWh.

TABELLA CONSUMI SALVAGUARDIA

Complessivamente, i consumi in Salvaguardia ammontano a poco meno di 4.000 GWh annui, a fronte di consumi annui complessivi in Italia di circa 270.000 GWh.

Un termometro dello stato di salute del mercato elettrico al dettaglio

E’ andata sempre così? Qual è stato l’andamento negli ultimi anni? Nel seguente grafico abbiamo una rappresentazione mensile dei consumi degli ultimi 4 anni. I dati sono stati estratti dalla comunicazione che gli operatori esercenti la Salvaguardia sono obbligati a fare alla fine del periodo regolatorio (purtroppo, non sono disponibili i dati degli ultimi mesi degli anni 2016 e 2018).

La nostra ipotesi è che il livello dei consumi mensili in Salvaguardia sia un termometro dello stato di salute del mercato elettrico al dettaglio. Le fasi di aumento corrispondono a periodi in cui si aumenta la frequenza di interruzioni nei contratti di fornitura di energia elettrica. Le cause possono essere ricondotte a fenomeni di mercato che possono indurre gli operatori a non rinnovare a scadenza, recedere anticipatamente o, nei casi peggiori, al fallimento del fornitore.

Storico consumi mensili salvaguardia

Crollo degli indici legati al Brent (Anno 2015)

Osserviamo l’aumento più importante di consumi mensili in Salvaguardia nel 2015. Si tratta proprio dell’anno in cui il crollo del Brent si è riflesso sui corrispettivi dei contratti indicizzati ai combustibili fossili, con una borsa elettrica sostanzialmente stabile. Gli operatori con contratti legati al petrolio (senza adeguate coperture) si sono trovati a vendere energia elettrica in perdita. La nostra tesi è che la salita dei consumi in Salvaguardia nel corso del 2015 sia in parte legato alla risoluzione anticipata dei contratti indicizzati al petrolio.

Gli utenti del nostro sito stanno certamente pensando alla “Vicenda Gala”, alla quale abbiamo dedicato numerosi articoli, negli anni passati. Il 2015 è stato proprio l’anno in cui Gala ha pagato a caro prezzo l’aggiudicazione di tutti i lotti della Consip EE12, ai tempi indicizzata al Consip Power Index legato al prezzo del Brent. Il 2015 è stato l’anno in cui le tariffe Consip hanno toccato i minimi storici. L’indicizzazione al Brent aveva portato i corrispettivi ad avvicinarsi allo zero. In pratica Gala, unico fornitore Consip del 2015, vendeva a 20 quello che costava 50. Per limitare i danni, Gala risolveva i contratti al primo ritardo nei pagamenti e, se ricorrevano i presupposti, rifiutava l’ordinativo Consip EE12 (Sul tema Cosa fare se Gala rifiuta l’ordinativo Consip EE12?).

Mantenere un contratto di fornitura non era facile, specie per le amministrazioni pubbliche obbligate a rivolgersi a Consip. Nel corso del 2015 sono state numerose le amministrazioni che hanno passato l’intero anno in Salvaguardia.

Cessazione Gala (Luglio 2017)

E’ interessante osservare che il periodo in cui c’è stato il maggiore aumento dei consumi è stato proprio tra luglio e agosto 2017.

grafico Effetto Gala

 

Probabilmente non è un caso. A luglio 2017 si è consumata l’ultima tappa della complessa vicenda giudiziaria che ha portato alla risoluzione del contratto di trasporto tra Gala e tutti i distributori nazionali (sul tema GALA non ce la fa. Molte PA verso la Salvaguardia).

Come si sono comportatati i volumi di energia serviti in Salvaguardia?

Nella seguente tabella confrontiamo il dato del mese precedente la risoluzione dei contratti di trasporto (giugno 2017) con quello successivo (agosto 2017). L’energia servita in Salvaguardia è salita del 36,02%

Tabella Effetto Gala
E’ curioso osservare che nel Sud Italia l’incremento dei volumi è stato molto più contenuto rispetto al resto d’Italia.

Aumento PUN (inverno 2016, fine 2017, ultimi 3 mesi)

Un altro fenomeno che può spiegare l’aumento dei volumi serviti in Salvaguardia è rappresentato dalla volatilità di mercato, nello specifico dall’aumento del PUN. Gli operatori che vendono energia a prezzo fisso senza adeguate coperture dal rischio di mercato, ovvero dal rischio di aumento del costo della materia prima, si trovano spiazzati al primo mese di rialzo del PUN. Al secondo mese di aumento, si preoccupano. Al terzo mese vanno gambe in aria.

Negli anni passati, con un mercato tendenzialmente ribassista e con fiammate isolate degli indici, spesso legate ad eventi climatici passeggeri, gli operatori più spregiudicati hanno potuto fare profitti in maniera … quasi inconsapevole.

Dopo l’estate del 2016, in cui il PUN e tutto il comparto energetico ha toccato il fondo, lo scenario di mercato è cambiato. Il PUN si è progressivamente apprezzato e i movimenti al rialzo sono stati più consistenti.

I mesi evidenziati di seguito in rosso sono proprio i mesi corrispondenti agli aumenti del PUN:

  • dell’inverno 2016, quando è iniziata l’attività di manutenzione sulle centrali nucleari francesi;
  •  degli ultimi 3 mesi, dove oltre a “mal di Francia” e Brent, abbiamo avuto anche l’effetto dell’aumento dei “permessi ETS” (Mercato Elettrico: la paura fa 90!)

Storico consumi mensili salvaguardia2

Proprio nei periodi di aumento degli indici, aumenta l’esposizione finanziaria degli operatori non integrati verticalmente con difficoltà finanziarie. Parallelamente, si riduce la fiducia dei finanziatori con conseguente chiusura dei rubinetti. Il fallimento di Eviva (ex Energetic Source), tra i primi 15 operatori nazionali con un portafoglio di 4.175 GWh nel 2017, è il caso eclatante di questo mese. Con il comunicato stampa dello scorso 15 novembre, Eviva “invita la clientela ad attivarsi fin da subito per l’individuazione di soluzioni alternative per le forniture di energia e gas”. I clienti più dinamici e fortunati riusciranno rapidamente a trovare un nuovo fornitore con decorrenza 1° gennaio 2019 ed un costo dell’energia su livelli molto più alti del contratto con Eviva. E il resto? Probabilmente passeranno il prossimo gennaio in Salvaguardia. Con quale fornitore e a quale prezzo? Non lo sappiamo ancora. Lo scopriremo la prossima settimana, quando sarà reso noto l’esito della Gara di Acquirente Unico.

a cura di Giuliano Sarricchio – BenchSmart srl

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Il relatore

Giuliano Sarricchio, ideatore dei servizi offerti da ControllaBolletta.it

Giuliano Sarricchio ha maturato un’esperienza in ambito finanziario come analista in Banca Sella e nel settore energetico in Società Energetica Lucana, Centrale di Committenza in materia di energia di Regione Basilicata.

I suoi articoli sono pubblicati nella rubrica Energia e PA su Staffetta Quotidiana, la più autorevole fonte di informazioni in materia energetica del nostro paese.

Oltre 270 recensioni su Trustpilot

Eccellente - 4,6 su 5

Alberto

Professionalità

Negli anni avete acquisito una professionalità nei dettagli e spiegazione delle problematiche molto accurate, interessante anche il fatto che di accettare enti non vostri clienti. Perché non siamo Vostri clienti? Perché chi decide o chi ha la possibilità di decidere non capisce che aderire ai vostri servizi sono investimenti che a lungo periodo possono incidere nei bilanci a seguire. Personalmente posso solo ringraziarvi per farmi partecipare ad aggiornamenti professionali molto importanti per il lavoro quotidiano.

Lorenzo

Grazie

Non posso che apprezzare complessivamente il servizio che controllobolletta.it svolge per l'amministrazione comunale per cui lavoro. Forse uno dei migliori acquisti che abbia mai fatto, ed ancora non lo sfruttiamo al massimo delle sue potenzialità.

Simona

Ottime informazioni, utili e dirette.

Le informazioni fornite durante il webinar sono state chiare e dirette. Tutto molto comprensibile ed utile.

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