Ottime chances di successo per la Consip EE20-bis Sicilia. Il mutato scenario di mercato e l’aumento delle basi d’asta dovrebbero garantire la partecipazione.
Nella gara Consip Energia Elettrica 20, indetta lo scorso luglio per la fornitura di energia elettrica delle Pubbliche Amministrazioni, nessun operatore presentò offerte per il Lotto Sicilia. Questa settimana i venditori di energia sono chiamati a presentare le offerte per la gara EE20bis per la fornitura di energia elettrica delle PA siciliane.
A distanza di 7 mesi dalla precedente chiamata, la situazione di mercato è profondamente cambiata e non dovrebbero esserci defezioni da parte degli operatori. Scopriamo perché.
I prezzi energetici tornano sul Pianeta Terra
Il 21 luglio 2022, termine di presentazione delle offerte per la EE20, il TTF con consegna ad ottobre 2023 quotava 115 €/MWh. Gli operatori erano nel bel mezzo del rally dei prezzi del gas, che avrebbero raggiunto la vetta dei 300 €/MWh il mese successivo. Nonostante la situazione di assoluta incertezza, la gara Consip EE20 andò decisamente bene, con 16 lotti su 17 aggiudicati. Solo per il Lotto Sicilia, la base d’asta di 12,50 €/MWh fu considerata dagli operatori insufficiente a coprire i costi e i rischi associati alle PA siciliane.
Due mesi dopo, il 22 settembre 2022, il TTF con consegna a ottobre quotava 169 €/MWh. Anche se i prezzi si stavano sgonfiando dopo gli acquisti scriteriati del mese agosto, gli operatori erano terrorizzati, con la liquidità ai minimi storici. I venditori di energia erano alle prese con la riduzione dei rischi finanziari e di mercato, al punto che i commerciali erano costretti a respingere i clienti!
Proprio in quei giorni scadevano i termini della gara GN15, indetta da Consip per la fornitura di gas naturale dell’anno termico 2023/24. L’esito della gara rimarrà nella storia delle gare Consip. Meno del 15% dei quantitativi messi a gara fu aggiudicato. I lotti deserti furono 9 su 12.
Sono passati appena 4 mesi e oggi il quadro è nuovamente cambiato. Le preghiere degli operatori sono state ascoltate. L’inverno 2022/23 è stato il più mite della storia e il temuto azzeramento dei flussi di gas russo non si è verificato. La Cina è rimasta in lock down. Le centrali nucleari hanno ripreso a funzionare. Anche il vento ha dato il suo contributo. Risultato? Crollo dei prezzi con il TTF a 50 €/MWh, praticamente i livelli dell’estate del 2021.
Operazione Salvataggio
Proprio nel momento migliore degli ultimi 18 mesi, scadono i termini per la presentazione delle offerte alla gara Consip EE20 bis. Si tratta di una gara molto delicata che non può, e non deve, essere disertata dagli operatori. Si tratta di una vera e propria operazione di salvataggio, considerato che le PA senza una copertura contrattuale rischiano il passaggio al servizio di Salvaguardia, con conseguente applicazione di un valore della penale espressa dal parametro Omega a 200 €/MWh. Un livello attualmente superiore anche al valore all’ingrosso della materia prima (il PUN medio a gennaio è stato di 174,49 €/MWh).
In caso di un nuovo esito deserto, non ci sarebbe un “piano b”. Con una posta in palio così alta, bene ha fatto Consip ad alzare la base d’asta, portata a 40 €/MWh, un livello 4 volte superiore alla base d’asta usata nelle gare degli anni passati.
Inoltre, per non correre rischi, visto il preoccupante quadro geopolitico, è stata aggiunto alla Convenzione un articolo dedicato alla “Forza Maggiore”, articolo che potrebbe attivarsi in caso di eventi eccezionali, compresi i “conflitti bellici”. Se dovessero verificarsi eventi estremi, sarà più facile per il fornitore ricorrere alla risoluzione.
L’Energia Verde diventa bene di lusso
Altro elemento degno di attenzione è l’innalzamento della base d’asta per l’opzione verde, ovvero per la certificazione di energia da fonte rinnovabile, innalzata a 10 €/MWh. Negli ultimi mesi il costo delle Garanzie di Origine, che attestano l’origine rinnovabile delle fonti utilizzate per produrre energia elettrica, è letteralmente esploso e non accenna a diminuire. L’esito delle aste gestite dal GSE ha visto i prezzi passare da una media di 50 centesimi a oltre 7 €/MWh nell’asta di gennaio.
Quali sono le conseguenze? Per i venditori di energia, specie per i fornitori aggiudicatari della EE20, si tratta di una pessima notizia. Ricevere un ordinativo con l’opzione verde significa subire una perdita tra i 4 e i 6 €/MWh, con sostanziale azzeramento della marginalità.
Per i consumatori cambieranno i processi di acquisto. Se scegliere l’opzione verde significa raddoppiare lo spread, la scelta ambientale diventa impegnativa. E’ un problema che interessa poco le PA in fornitura con la EE20, che mediamente pagheranno 2 €/MWh. Per tutti gli altri consumatori, comprese le aziende e i domestici del mercato libero, la scelta dell’opzione verde andrà fatta con maggiore consapevolezza.
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