Per il primo trimestre 2020 i prezzi di tutela calano molto meno del PUN. Aumenta l’appeal del mercato libero.
Nel 2020 rimanere in Tutela potrebbe essere penalizzante. Negli stessi giorni in cui veniva approvato il decreto Milleproroghe, contenente il rinvio della fine della tutela di prezzo al 1° gennaio 2022, l’ARERA ha definito i corrispettivi applicati per il primo trimestre 2020 ai consumatori rimasti in regime di Tutela. Nel consueto comunicato stampa trimestrale, l’Arera annuncia una riduzione del 5,42%, assai modesta se paragonata al crollo del mercato elettrico.
Nell’aggiornamento del primo trimestre 2020 il costo scende soprattutto grazie agli oneri di sistema, che tornano su livelli più ragionevoli dopo il salasso del 2019.
Considerato che avremo il mercato di Tutela per almeno altri due anni, abbiamo pensato di entrare nel merito delle tariffe applicate. Con il nostro approfondimento confrontiamo i prezzi di tutela con le quotazioni del mercato elettrico. Il 2020 potrebbe essere l’anno buono per passare al mercato libero, anche per i piccoli enti pubblici ancora fuori Consip.
Conviene passare al mercato libero?
L’aggiornamento trimestrale dei prezzi di tutela è l’unico momento in cui i media nazionali parlano di bollette elettriche. Ogni tre mesi si ripete lo stesso film. L’Autorità annuncia la variazione di costo della bolletta elettrica per i clienti del mercato di Tutela e, puntualmente, su giornali e siti web troviamo articoli che titolano riportando la variazione annunciata con il comunicato stampa di ARERA, commentando con entusiasmo o con allarmismo a seconda del segno della variazione. Questa volta il segno è negativo, c’è stata una riduzione del 5,42% e gli articoli sul tema sono accompagnati da giudizi positivi per gli effetti benefici per il portafoglio delle famiglie italiane. Nei casi peggiori, il giudizio viene esteso anche all’operato del Governo. In poche occasioni viene precisato che il comunicato dell’Arera è circoscritto ai clienti del mercato di tutela. Quasi impossibile trovare approfondimenti che entrino nel merito dei prezzi applicati. Se il livello degli organi di informazione quando si parla di bollette elettriche è questo, non ci si può stupire del livello di conoscenza, o meglio di ignoranza, da parte del consumatore italiano…
Visto l’ennesimo rinvio dell’abolizione del regime tutelato, da luglio 2020 al 1° gennaio 2022, considerata la diffusione dei prezzi di Tutela anche tra i piccoli enti pubblici, abbiamo deciso di scrivere un paio di articoli sul livello delle tariffe del mercato di tutela, cercando di rispondere ad una delle domande più frequenti:
Conviene passare al mercato libero?
Per rispondere, confrontiamo i prezzi del mercato di tutela con i prezzi all’ingrosso del mercato elettrico espressi dall’indice PUN. In questo modo otteniamo un differenziale (spread) utile per confrontare i prezzi di tutela con le condizioni economiche che troveremmo nel mercato libero. Infatti, quasi tutte le offerte a prezzo variabile, compresa la Convenzione Consip per l’acquisto di energia elettrica, prevede una formula di prezzo definita da PUN + spread.
La Tutela non segue il mercato spot
Torniamo sulla variazione comunicata dall’Arera per il primo trimestre 2020. Si parla di un calo del 5,42%. A ben vedere, la riduzione della componente materia energia incide su tale variazione per meno della metà, appena il 2,6%. Considerato che il mercato elettrico negli ultimi tre mesi è sceso di oltre il 15%%, con un calo particolarmente forte nel mese di dicembre, la Tutela (in cui la componente materia prima è invece aggiornata in base all’andamento quotazioni a termine nel corso del trimestre precedente a quello di riferimento) perde appeal e fa guardare con rinnovato interesse le proposte del mercato libero.
A queste condizioni, almeno per il primo trimestre 2020, rimanere in regime di tutela potrebbero rivelarsi per i consumatori inerti decisamente penalizzante e per le PA fuori Consip un inaccettabile danno erariale. Su quest’ultimo punto faremo un ulteriore approfondimento nel prossimo articolo sul tema.
Come anticipato, la vera buona notizia, che interessa tutti i consumatori italiani, non solo i clienti in regime di Tutela, arriva dagli oneri di sistema. Dopo i livelli record toccati nel 2019 (sul tema Estate 2019: Mercato elettrico ai minimi, bolletta ai massimi) nel 2020 ritornano su livelli più ragionevoli. Anche sul fronte degli oneri di sistema non mancherà un nostro aggiornamento.
Nuovi minimi per il mercato elettrico
Cerchiamo di argomentare la nostra tesi con in numeri. Perché il mercato di Tutela non tutela più?
Per rispondere diamo uno sguardo al valore del PUN, che esprime il valore dell’energia elettrica all’ingrosso, ed è l’indice di riferimento per la gran parte dei contratti di energia elettrica a prezzo variabile dei consumatori del mercato libero, comprese le PA aderenti alle Convenzioni Consip.
Cogliamo l’occasione per mostrare il grafico sull’andamento storico dell’indice PUN mensile dal 2011 ad oggi, che riproponiamo ogni qualvolta parliamo di mercato elettrico. Negli ultimi 15 mesi le quotazioni hanno perso circa il 40%, con una accelerazione negli ultimi due mesi che ha portato le quotazioni a ridosso dei minimi storici del 2016.
Nel 2020 meglio trovare un fornitore nel mercato libero
Quanta di questa riduzione è contenuta nelle tariffe del mercato di tutela? In altri termini: i clienti del mercato di tutela beneficiano della favorevole dinamica dei prezzi degli ultimi mesi?
Al momento no. Abbiamo ricalcolato il costo unitario della materia prima di un cliente non domestico in regime di tutela con un profilo di prelievo medio (F1 31,77%, F2 23,39%, F3 44,84%). Il risultato è sintetizzato nel seguente grafico, che mostra i prezzi di Tutela comparandoli con il valore medio del PUN mensile.
Come prevedibile, i prezzi della tutela risultano più convenienti nelle fasi di rialzo del mercato. Questo anche per effetto della frequenza di aggiornamento dei prezzi di tutela, che avviene solo trimestralmente.
E’ interessante osservare la differenza tra prezzi di Tutela e PUN. La differenza esprime lo spread massimo che dovrebbe avere un contratto di mercato libero (a parità di quote fisse), per rendere conveniente il passaggio al mercato libero. Nel mese di dicembre tale indicatore ha toccato il livello massimo di 17,52 €/MWh! Un sovrapprezzo inaccettabile. Infatti, se chiedessimo un preventivo per una fornitura a prezzo variabile con formula tariffaria PUN+spread, nessun fornitore avrebbe il coraggio di proporre uno spread così elevato.
Naturalmente, considerata la volatilità del mercato elettrico e che i prezzi di Tutela sono fissati solo ogni tre mesi, è corretto formulare un giudizio sulla convenienza del mercato di Tutela ragionando con un intervallo temporale superiore al mese.
Ad esempio, è certamente più corretto ragionare con intervallo annuo. Il valore annuo, oltre a minimizzare l’effetto distorsivo derivante dalla diversa frequenza di aggiornamento, offre un dato coincidente con la durata media del contratto di fornitura.
La tabella riporta i valori medi annui di PUN e TUTELA rappresentati dal precedente grafico mensile. Guardando agli ultimi 7 anni, lo Spread medio è stato del 3,74 €/MWh, un livello decisamente competitivo. Probabilmente più basso rispetto ai contratti di mercato libero, con livelli minimi nel biennio 2017-2018.
La bontà della tariffa di Tutela probabilmente non ha favorito il passaggio nel mercato libero da parte dei consumatori italiani.
Se l’analisi storica comparata tra Tutela e PUN mostra un livello decisamente conveniente delle condizioni economiche del mercato di Tutela, nell’ultimo trimestre 2019 non è stato così per effetto del calo del mercato elettrico. Considerato la diversa dinamica della materia prima, anche nel primo trimestre 2020, il mercato di Tutela diventa improvvisamente caro e il 2020 potrebbe essere l’anno giusto per trovarsi un fornitore sul mercato libero.
Per la PA la convenienza delle Convenzioni Consip non è stata mai in discussione.
Nonostante l’obbligo di adesione a Consip per l’acquisto di energia elettrica, ci sono tanti Enti, troppo piccoli per l’applicazione del Servizio di Salvaguardia, che non si sono mai posti il problema della scelta del fornitore di energia elettrica e sono, “serenamente”, in fornitura di maggior Tutela. Nell’articolo/denuncia dello scorso anno Energia Elettrica: danno erariale per un Comune su due abbiamo stimato nel 50% la percentuale di mancato rispetto della norma da parte dei Comuni Italiani. Diverse amministrazioni in Tutela pensano, o preferiscono pensare, di essere in regola. E’ bene precisare che il Servizio di tutela per la fornitura di energia elettrica è sempre su livelli di prezzo superiori alle Convenzioni Consip. Per fugare qualsiasi dubbio su questo punto, nelle prossime settimane pubblicheremo un approfondimento su questo tema.
Cosa suggeriamo alle amministrazioni in cerca di supporto per una gestione ottimale delle forniture energetiche? Di acquistare il servizio BenchMonitor, che comprende anche la consulenza e l’assistenza per l’adesione a Consip o alla Centrale di Committenza regionale.
Per saperne di più, iscriviti al Webinar di martedì 21 gennaio 2020 (l’evento è riservato ai dipendenti pubblici):
- WEBINAR – TUTORIAL BENCHMONITOR. Come aiutiamo le PA nella gestione dei consumi energetici.
Giuliano Sarricchio – BenchSmart srl