Nel 2018 quote fisse in aumento per la bolletta elettrica. L’impatto sulle bollette e i possibili rimedi. Il ruolo dell’Energy Manager sempre più centrale.
Dal primo gennaio 2018 è in vigore la riforma degli oneri generali di sistema per le utenze non domestiche del settore elettrico, completata con la delibera 922/2017/R/eel. In questi giorni tanti consumatori riceveranno le prime bollette con il nuovo meccanismo di calcolo. Cosa cambia?
In questo articolo ci concentriamo sull’impatto della riforma sulle quote fisse, o meglio sulle componenti che non dipendono dai consumi di energia, fornendo indicazioni sull’entità dell’aumento e suggerimenti sugli accorgimenti per ridurne l’impatto.
La nuova struttura degli oneri di sistema
Asos sostituisce la Componente A3 per la promozione delle fonti rinnovabili.
Arim prende il posto delle altre componenti (A2, A4, A5, As, MCT, UC4 e UC7).
Restano vigenti le componenti perequative UC3 (a copertura degli squilibri dei sistemi di perequazione dei costi di trasporto dell’energia elettrica sulle reti di trasmissione e di distribuzione) e UC6 (remunerazione dei miglioramenti della continuità di servizio). Peccato non averle accorpate all’Arim, visto che tali compenti, con un peso in bolletta vicino allo zero, contribuiscono a complicare il calcolo, rendendo la bolletta più complicata.
Riassumendo, dal 2018 il calcolo degli oneri di sistema dipenderà sia dai consumi che dalla potenza. In particolare, per ciascuna componente Asos e Arim è prevista:
- un’aliquota unitaria espressa in €cent/puntodiprelievo/anno (quota fissa);
- un’aliquota unitaria espressa in €cent/kW/anno (quota potenza);
- un’aliquota unitaria espressa in €cent/kWh (quota variabile).
L’aliquota cambia a seconda della tariffa di trasporto, ovvero in base a alla Potenza contrattuale e alla Tensione di prelievo. Nella tabella seguente riportiamo le opzioni tariffarie definite dall’Autorità per la bassa e media tensione.
Di quanto aumentano le quote fisse
E’ ormai noto a tutti che aumenterà il peso delle quote fisse, che non dipendono dall’entità dei consumi. La domanda è: di quanto?
Per fornire una risposta puntuale, abbiamo simulato il costo della bolletta ipotizzando un consumo pari a zero per diverse tipologie contrattuali. I risultati sono riportati nella seguente tabella, che mostra il peso crescente delle quote fisse su tutte le opzioni tariffarie con potenza superiore a 3 kW.
Va precisato che, per le utenze con più di 16,50 kW, la potenza va calcolata solo sulla potenza massima mensile in prelievo. Per tali utenze i kW di potenza utilizzati per il calcolo non sono quelli contrattuali ma sono quelli effettivamente prelevati. Se un’utenza con più di 16,5 kW di potenza avesse zero consumi, avrebbe anche zero potenza e non pagherebbe nulla per la quota potenza.
Per la media tensione il discorso è analogo.
Quando si comincia a risparmiare?
Su questo articolo ci siamo concentrati sulle quote fisse. In realtà la riforma degli oneri di sistema prevede la parte variabile, calcolata sui kWh consumati, in leggera diminuzione. La rimodulazione degli oneri di sistema determina una riduzione del costo per le utenze con consumi più elevati. Quando si comincia a risparmiare? Qual è il punto di pareggio?
La risposta a tale domanda sarà l’oggetto del prossimo articolo sull’argomento.
Cosa fare?
Il problema interessa principalmente i soggetti multisito, specie i proprietari di numerosi edifici. Per le utenze di Pubblica Illuminazione, le quote fisse continuano a non trovare applicazione. Per gli altri usi occorrerà fare particolare attenzione a:
- utenze con zero consumi. Sembra incredibile ma quando si gestiscono centinaia di utenze è facile trovarsi con contatori che non prelevano più energia, e per i quali si continuano a pagare quote fisse;
- utenze con potenze tra 10 e 16,5 kW con bassi consumi. In tali casi una riduzione della potenza contrattuale comporta un risparmio di circa 62 €/kW all’anno per ciascun kW di riduzione.
Dalla nostra esperienza nel mondo delle PA ci sono ampi margini di risparmio su questi due fronti e scarsa consapevolezza dei risultati ottenibili. Diventa sempre più importante il ruolo dell’Energy Manager, che oltre a pensare a come ridurre i consumi dovrà porre più attenzione alle potenze e a alla gestione dei contatori.
Dotarsi di un Energy Manager può non essere sufficiente, se non si mette in condizione il professionista di fare al meglio il suo mestiere. La figura professionale va affiancata con adeguati strumenti, specie se le utenze da gestire sono numerose. Per questo c’è BenchMonitor, il sistema che semplifica la vita di chi ha la sventura di lavorare con le bollette.
A cura di Giuliano Sarricchio