Ad ascoltare le parole di giubilo dei politici dopo la conferenza stampa di Draghi, che ha presentato il nuovo Decreto Energia, sembrerebbe che “sul caro bollette sia tornano il sereno”. E’ davvero così?
In questo articolo rispondiamo alla domanda più gettonata da inizio anno: “Quanto si risparmia con il taglio degli oneri di sistema deciso dal Governo?”
Il Decreto Energia contiene diverse misure. In questo articolo il focus è sulla bolletta elettrica.
Le domande di Filippo
Filippo è il consumatore medio italiano che, dopo aver ricevuto la bolletta più salata della sua vita, cerca informazioni per tentare di capirci qualcosa. Filippo ha già fatto qualcosa che forse non aveva mai fatto nella sua vita: ha cercato di leggere il dettaglio della bolletta andando oltre la prima pagina.
Sfogliando la bolletta, Filippo trova informazioni sulle modalità di pagamento, riferimenti normativi, finanche sul mix energetico nazionale! A quel punto Filippo scopre che l’unica voce di dettaglio sopravvissuta alla riforma “Bolletta 2.0”, è quella dell’accisa, che ha un valore di 0,0125 €/kWh da tempo immemore. La bolletta assomiglia al conto del ristorante dove non sono specificate le portate. Per avere un’idea di quello che ho speso devo dividere il costo per i commensali. Ho una spesa complessiva, ma non riesco a capire quel è la portata che mi ha fatto lievitare il conto.
Filippo ripone la bolletta nel faldone delle carte che non leggerà mai più, accende la TV e, nel frattempo, cerca su google “caro bollette”. Tutti gli articoli on-line, i titoli e i servizi, si assomigliano.
Le informazioni sono riprese dai comunicati stampa diramati da Arera o dal Governo.
Arera parla del problema, il Governo della soluzione.
Arera si esprime in termini di percentuali di aumento. Il Governo annuncia i miliardi stanziati.
Purtroppo, sia le percentuali di aumento che i miliardi stanziati non aiutano a capire cosa sta succedendo.
In Filippo subentra un inevitabile senso di disorientamento e frustrazione, che fa sorgere alcune comprensibili domande:
- La bolletta è sbagliata? Nel 2022 tutte le bollette saranno così alte?
- I miliardi stanziati dal governo neutralizzeranno il rincaro della materia prima?
Il “costo al chilo”
Il tema è molto più facile di quanto sembri. Come avviene per qualunque acquisto, la spesa si ottiene moltiplicando quantità per costo unitario. La massaia che va a fare la spesa vuol sapere a quanto vanno le mele. Non le interessa conoscere la percentuale di aumento rispetto al precedente trimestre. Per capire se l’ortolano è onesto o ladro, chiede: “quanto costano le mele al chilo?”.
Anche sui costi energetici l’attenzione dovrebbe essere posta sul “costo al chilo”, ovvero sui dati in € per Megawattora (€/MWh). Riprendendo la metafora del ristorante, dovremmo sapere il costo delle diverse portate per capire perché il conto è lievitato. Solo in questo modo possiamo farci un’idea della portata della crisi energetica in atto e dei reali benefici che gli interventi del governo comportano sulla spesa energetica.
Conoscere il costo delle portate significa conoscere la composizione della bolletta elettrica, un argomento oggetto di numerosi nostri articoli, l’ultimo dei quali datato 18 ottobre 2021 “Disastro mercati energetici. Come cambia la bolletta della PA”.
12 mesi di tagli di oneri di sistema
La crisi non è scoppiata a gennaio, con l’acuirsi dei venti di guerra che spirano tra Russia e Ucraina.
I primi segnali di tensione risalgono allo scorso mese di aprile quando, anziché correggere, il mercato ha fatto registrare nuovi massimi (Mercato elettrico verso i massimi del 2018).
Lo strumento utilizzato dal Governo per attenuare gli effetti dell’aumento della materia prima è stato quello della riduzione degli oneri di sistema. Uno strumento adottato con successo anche in passato, quando le crisi erano brevi e non duravano più di un semestre.
Purtroppo, questa volta è diverso. La crisi è strutturale ed il Governo è costretto ad intervenire trimestre dopo trimestre. Di fatto, anche se nessuno ha il coraggio di dichiararlo esplicitamente, si sta andando verso la fiscalizzazione degli oneri di sistema.
Il taglio è stato progressivo. Nel secondo trimestre 2021 sono state tagliate le quote fisse. Nel terzo trimestre 2021 il Governo ha dimezzato gli oneri di sistema. Nel quarto trimestre si è arrivati all’azzeramento per le utenze con potenza fino a 16,5 kW. Dal 1° gennaio 2022 l’azzeramento degli oneri di sistema riguarda tutte le utenze elettriche.
Il “Decreto Energia” della scorsa settimana ha semplicemente prorogato il taglio per un altro trimestre. Una misura molto onerosa, purtroppo insufficiente a riportare la spesa energetica su livelli sostenibili.
Quanto vale il taglio degli oneri di sistema
Torniamo alla nostra domanda “Quanto si risparmia con il taglio degli oneri di sistema deciso dal Governo?”
Per rispondere alla domanda, è doveroso fare una premessa. Parlare di “risparmio” non è corretto. Purtroppo, l’intervento del Governo non genera risparmio. Il taglio serve per compensare, almeno in parte, l’aumento della componente materia prima.
Qual è l’entità del taglio? La misura della riduzione dipende da diversi fattori: la tipologia di utenza, la potenza contrattuale, il livello dei consumi. Nella tabella seguente abbiamo ricalcolato il costo degli oneri di sistema per 4 tipologie di utenze, ipotizzando un livello di consumi medio per tener conto dell’incidenza delle quote fisse. Per le utenze di Pubblica Illuminazione, per le quali non sono previste quote fisse, non è stato necessario ipotizzare un livello di consumo o di potenza.
I numeri in rosso indicano il calo degli oneri di sistema rispetto al 1° trimestre 2021. Anno su anno il taglio degli oneri di sistema comporta una riduzione che oscilla dai circa 90 €/MWh di una piccola utenza di 3 kW a 60 €/MWh di una grande utenza in Media Tensione. Sembrerebbe effettivamente un bel risparmio. Peccato che, nel frattempo, il PUN sia salito di oltre 150 €/MWh!
Come anticipato, si è arrivati all’azzeramento degli oneri di sistema progressivamente.
Si è iniziato nel trimestre aprile-giugno 2021, con il taglio delle quote fisse per le utenze in bassa tensione fino a 16,5 kW di potenza. Il neo-insediato Governo Draghi aveva replicato l’intervento di Conte del 2020 concepito in pieno lock down: venivano restituite le quote fisse ai consumatori penalizzati dalla fatturazione basata sulla potenza contrattuale. Una fatturazione ingiusta nei periodi di chiusura e bassi consumi.
Nel secondo trimestre 2021, quando i prezzi dell’energia superavano la soglia dei 70 €/MWh, l’intervento è stato più deciso. Gli oneri di sistema sono stati dimezzati ed è stata ripristinata una situazione di parità tra le diverse tipologie di utenze.
Purtroppo la corsa dei prezzi dell’energia è proseguita durante l’estate. A settembre, quando il PUN è passato da 100 a 200 €/MWh, il governo ha azzerato gli oneri sulle utenze fino a 16,5 kW per il trimestre ottobre-dicembre 2021. La mazzata più forte l’hanno subita i consumatori più energivori, che hanno continuato a pagare gli oneri di sistema, seppur dimezzati, anche nel mese di dicembre 2021, quando il PUN ha raggiunto la vetta di 281,24 €/MWh di media mensile.
Con il PUN giornaliero oltre la soglia dei 300 €/MWh, il governo ha sparato tutte le cartucce. Sono stati cancellati gli oneri di sistema da tutte le bollette, con una spesa di 3 miliardi di euro per il trimestre gennaio-marzo 2022.
Arriviamo così all’ultimo capitolo della tragedia. A gennaio arrivano le bollette più salate della storia. Il Governo non può ridurre ulteriormente gli oneri già azzerati. Con il Decreto Energia annunciato la scorsa settimana, si conferma il taglio per il trimestre aprile-giugno 2022 e si comincia a parlare di interventi strutturali e di pianificazione energetica. Attività decisamente complicata da avviare nel pieno della crisi.
Contributi straordinari agli enti locali
Una novità interessante per gli enti locali è contenuta nell’articolo dal titolo “Contributi straordinari agli enti locali”. Per garantire la continuità dei servizi erogati, è riconosciuto agli enti locali un contributo straordinario. Per l’anno 2022 la dotazione del fondo è di 250 milioni di euro destinata ai Comuni (200 milioni) e alle città metropolitane e le province (50 milioni). Per conoscere le modalità di ripartizione, occorrerà attendere il decreto che uscirà entro 30 giorni dall’entrata in vigore.
Nel prossimo articolo
La crisi è passeggera o strutturale? Quanto spenderemo per l’energia elettrica nei prossimi mesi e il prossimo anno? Per il 2022 possiamo stanziare per la spesa in energia elettrica una somma analoga a quella del 2021?
Forniremo tutte le risposte nel prossimo articolo, con numeri puntuali ed esempi pratici.
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I prossimi eventi
Considerata la crisi energetica tutti gli eventi del 2022 saranno preceduti dall’analisi dei mercati energetici.
Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 3° febbraio con il Workshop riservato ai clienti attivi con il nostro servizio BenchMonitor.