E’ sufficiente basarsi sulla spesa degli anni passati? Quali impatti dal recente aumento del PUN? Proviamo a dare qualche indicazione per una programmazione più consapevole.
Molte amministrazioni in questi giorni sono impegnate a predisporre il bilancio di previsione e gli impegni di spesa per il 2017. Cosa mettere in bilancio come spesa per l’energia elettrica?
In attesa di conoscere i prezzi di tutti i lotti Consip EE14 (al momento sono stati attivati solo 4 lotti su 10), pubblichiamo un articolo che risponde alla domanda dopo aver analizzato l’andamento dell’indice PUN e delle principali componenti della bolletta elettrica.
La spesa energetica dipende in primo luogo dai consumi energetici che, a loro volta, dipendono dalle condizioni climatiche e di funzionamento degli edifici. Per le amministrazioni comunali, con un peso della Pubblica Illuminazione tra il 50% e il 75%, la previsione è più semplice, essendo i consumi per l’illuminazione delle strade indipendenti dagli aspetti climatici e dalle richieste dell’utenza.
L’altro aspetto rilevante è rappresentato dal Costo Unitario, che per l’energia elettrica è il risultato della sommatoria di componenti di diversa natura, che in parte sono legate all’andamento del mercato elettrico, in parte dipendenti dalle decisioni dell’Autorità.
Costo unitario Energia Elettrica 2017: + 10 euro MWh rispetto a 2016
Sul nostro sito analizziamo spesso l’andamento di indici, tariffe e composizione del costo dell’energia elettrica. Al fine di effettuare una proiezione del costo per il 2017, riproponiamo di seguito i grafici di alcuni articoli proposti in passato, basandoci sulle stesse ipotesi, e analizzando in questo caso il costo per una PA della Regione Sicilia.
Di seguito riproponiamo il grafico del nostro articolo di marzo 2016 PUN in picchiata a febbraio, scritto quando l’indice era in una tendenza ribassista, che ha portato i prezzi dell’energia elettrica sui minimi storici di aprile 2016. Da allora si è assistito ad una decisa ripresa che, in pochi mesi, ha riportato l’indice sopra la soglia psicologia di 50 €/MWh, fino a toccare 80 €/MWh nella giornata di martedì 15 novembre.
La causa del rialzo è molto chiara, ed è legata direttamente alla drastica riduzione della produzione delle centrali nucleari Francesi, che contribuiscono a soddisfare il fabbisogno di energia elettrica del Nord-Italia. Per consentire le attività di manutenzione straordinaria imposte dalle autorità per motivi di sicurezza, un terzo delle centrali nucleari francesi è stato sottoposto ad un fermo. Si tratta di un fatto transitorio o strutturale? Difficile dirlo. Di sicuro è un evento che inciderà sulla politica energetica francese, che sarà chiamata a riequilibrare il mix energetico che oggi è costituito per circa il 75% dal nucleare. Sarà inevitabile anche per la Francia aumentare la quota rinnovabile per ridurre la dipendenza da nucleare e fonti fossili, con conseguenti aumenti dei costi di produzione e, forse, dei prezzi dell’energia in borsa.
Quale sarà il valore del PUN nel 2017? E’ estremamente complicato fare previsioni vista l’incertezza sullo stato degli impianti nucleari francesi. L’ipotesi più plausibile è che, dopo qualche altro mese di tensioni e volatilità sulla borsa elettrica, i prezzi si attesteranno su livelli di prezzo intorno ai 50/55 €/MWh. Rispetto al 2016, destinato a chiudersi con un valore medio annuo del PUN di circa 43 €/MWh, decisamente basso nonostante gli aumenti dell’ultima parte dell’anno, si determinerebbe un aumento di circa 10 €/MWh. Un PUN a 50/55 €/MWh, che apparentemente potrebbe sembrare elevato, rappresenta comunque un valore vicino ai minimi registrati dalla nascita fino allo scorso anno.
Con la salita del PUN si è allargato anche il differenziale tra la Convenzione Consip EE12 E Consip EE13, che abbiamo monitorato nella prima parte dell’anno, quando era d’attualità il tema della revisione contrattuale di Consip EE12, a seguito dell’istanza di revisione presentata da Gala ai sensi del celeberrimo comma 511 della finanziaria 2016 (si veda Passaggio a Consip EE13: Ci sarà vero aumento?). Sul tema siamo intervenuti anche su Staffetta Quotidiana, specificando che i recenti aumenti ai prezzi all’ingrosso non costituiscono motivo di “squilibrio contrattuale” ai sensi del comma 511 (si veda Consip può invocare il salva-Gala?).
Costo unitario altre componenti
Gli oneri di sistema dovrebbero mantenersi stabili con la componente A3 ormai sotto controllo (sul tema Riforma tariffe elettriche: nel 2016 scendono gli oneri di rete).
Stesso discorso per Trasporto e Dispacciamento. Quest’ultimo, dopo le anomalie dell’estate del 2016 sul funzionamento del mercato del Dispacciamento, è tornato alla normalità.
Quanto mettere a bilancio?
La grossa incognita per la previsione di bilancio è dunque rappresentato dagli effetti sul PUN della riduzione della produzione nucleare francese.
Le PA alle prese con il Bilancio di previsione 2017 possono semplificarsi la vita aumentando il costo del 2016 di circa 10/15 €/MWh. Quanto incide sul costo della bolletta?
Per rispondere riproponiamo di seguito il nostro grafico sulla composizione del costo unitario dell’energia elettrica per la PA (per un approfondimento si rimanda agli articoli di maggio 2015: Come è cambiato il costo dell’energia negli ultimi 5 anni per la PA. Per il costo energetico del 2017 abbiamo ipotizzato un PUN medio in aumento di 10 €/MWh e lo stesso costo del 2016 per le altre componenti.
Il costo delle utenze in bassa tensione per un’amministrazione siciliana in fornitura con Consip EE13, con uno spread sul PUN di 6,37 €/MWh, con consumi medi per POD di 10.000 kWh/anno, con potenza disponibile di 10 kW con profilo di prelievo al 33% su tutte le tre fasce, sarebbe pari a 203,36 €/MWh oltre IVA o, se preferite, circa 20 centesimi di euro a kWh (oltre IVA). Naturalmente il costo unitario può diminuire all’aumentare dei consumi o nel caso di utenze in media tensione.
Quanto vale tale aumento in termini percentuali? Per rendere ancora più semplice la previsione si può partire da un aumento del 5% rispetto alla spesa del 2016 e variarne la percentuale in funzione dell’attesa variazione nei consumi. Naturalmente, tale approccio semplificato è utilizzabile se la tariffa variabile non si modifica in maniera significativa. Viceversa, se si passa da un contratto “non a norma” ad un contratto Consip, è probabile che il 2017 si traduca in un risparmio di spesa. Ancora maggiore sarebbe il risparmio se nel 2016 l’amministrazione fosse stata servita in regime di Salvaguardia.
Con Consip 14, disponibile da questo mese, è inoltre possibile optare per una tariffa Fissa. Tale scelta va fatta tenendo conto che con Consip EE14 il prezzo fisso dipende condizioni di mercato esistenti al momento della trasmissione dell’ordine, e forse in questo momento il timing potrebbe non essere ottimale.
Le idee sono più chiare? Se hai ancora qualche dubbio probabilmente la decisione più saggia potrebbe essere quella di affidarti alla nostra consulenza specialistica, erogata anche attraverso BenchMonitor®, il servizio che aiuta l’energy manager, il responsabile amministrativo e il responsabile dell’area finanza ecc… ad avere maggiore consapevolezza su consumi e spesa energetica dell’ente.