Energia Elettrica: danno erariale per un Comune su due

miniatura articolo consip danno erarialeL’ indagine di ControllaBolletta.it sulle modalità di acquisto di energia elettrica della PA, con un focus sulle Amministrazioni Comunali. L’inerzia è il nemico da combattere!
In Italia quasi il 50% delle amministrazioni comunali non acquista energia elettrica rispettando precisi obblighi di legge, pagando per l’energia più di quanto dovrebbe. Come è possibile?

Per molte PA la difficoltà di accesso alle Convenzioni è la conseguenza di situazioni debitorie maturate con i fornitori aggiudicatari. In altri casi, per inerzia. È un fenomeno noto che, grazie agli Open Data di Consip ed alla collaborazione delle Centrali di Committenza regionali, abbiamo potuto quantificare.

Scopriamo così che, nel 2018, quasi la metà dei Comuni è stata fuori legge, il più delle volte con una bolletta molto salata.

Il quadro normativo

In materia di acquisti di energia, la legge è molto chiara. L’art.1 comma 7 sancisce un obbligo perentorio di utilizzo degli strumenti messi a disposizione da Consip o dalle Centrali di Committenza regionali, che dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2018 non può essere derogato.

COMMA 7 relativamente alle seguenti categorie merceologiche: energia elettrica, gas (…) sono tenute ad approvvigionarsi attraverso le convenzioni o gli accordi quadro messi a disposizione da Consip S.p.A. e dalle centrali di committenza regionali di riferimento (…), ovvero ad esperire proprie autonome procedure nel rispetto della normativa vigente, (…).

E’ fatta salva la possibilità di procedere ad affidamenti, nelle indicate categorie merceologiche, anche al di fuori delle predette modalità, a condizione che gli stessi (…) prevedano corrispettivi inferiori almeno (…) del 3 per cento per le categorie merceologiche (…) energia elettrica, gas e combustibili per il riscaldamento rispetto ai migliori corrispettivi indicati nelle convenzioni e accordi quadro messi a disposizione da Consip SpA e dalle centrali di committenza regionali. Tutti i contratti stipulati ai sensi del precedente periodo devono essere trasmessi all’Autorità nazionale anticorruzione. (…),

dal 1º gennaio 2017 al 31 dicembre 2018 non si applicano le disposizioni di cui al terzo periodo del presente comma. (Comma modificato dalla finanziaria 2016 e successivamente dalla l. 205/2017, art. 1 comma 417 che ha ridotto la durata del periodo in cui si esclude la possibilità di acquisti autonomi prevedendo la conclusione del periodo al 31 dicembre 2018 invece che 2019) La mancata osservanza delle disposizioni del presente comma rileva ai fini della responsabilità disciplinare e per danno erariale.

Su Energia elettrica e Gas il legislatore non ha voluto dare margini di deroga alle amministrazioni. Il motivo è semplice. Acquistare in forma centralizzata fa risparmiare tanti soldi, grazie a tariffe vantaggiose e procedure amministrative semplificate. Com’è possibile che il 50% delle PA non ne approfitti?

Come acquistano energia elettrica i Comuni italiani

 TabellaDannoErariale Energia Elettrica

Tra quelle che non hanno la fortuna di disporre di una gara regionale per l’acquisto di energia elettrica, il Friuli Venezia Giulia è la regione più virtuosa.

Nella parte bassa della graduatoria, con una prevalenza di Comuni in danno erariale, troviamo solo amministrazioni del Centro-Sud. Fanalino di coda nella nostra graduatoria è la Calabria, dove appena il 15% delle amministrazioni comunali ha il “privilegio” di acquistare energia elettrica pagando la tariffa Consip.

derogare Consip = danno erariale

Innanzitutto precisiamo perché PA fuori Consip significa PA a rischio danno erariale. Il motivo è semplice: per l’energia elettrica fuori Consip (o fuori Centrale di Committenza regionale) si paga dipiù. Con la nostra attività di supporto alla PA, abbiamo esaminato le condizioni contrattuali di centinaia di PA e non abbiamo MAI TROVATO CONTRATTI CON TARIFFE MIGLIORI DI CONSIP! Se c’è qualche operatore o PA in grado di sostenere il contrario può scriverci: dedicheremo un intero articolo a questa fantastica offerta!

Come acquistano energia le PA fuori Consip? Almeno in linea teorica, nel 2018 non sarebbe stato possibile fare un contratto in deroga alla Legge 135/12. Infatti, tante amministrazioni fuori Consip semplicemente non hanno un contratto di fornitura di energia elettrica. Per tali amministrazioni si applica il servizio di Ultima istanza, e quindi: servizio di Maggior Tutela per le amministrazioni più piccole e regime di Salvaguardia per tutte le altre. Proprio l’applicazione del regime di Salvaguardia può rappresentare un serio ostacolo per accedere alla Convenzione Consip per l’Acquisto di Energia Elettrica (sul tema Se la Salvaguardia diventa una trappola). L’aspetto preoccupante è che il fenomeno della Salvaguardia è più diffuso proprio nelle regioni dove il costo della Salvaguardia è maggiore (sul tema Energia Elettrica 2019/20. La Salvaguardia fa meno paura). Probabilmente, nei casi in cui il fornitore Consip è lo stesso che gestisce il servizio di Salvaguardia, l’accesso in Convenzione potrebbe essere più complicato (sul tema Elettricità, la PA stretta tra Consip e Salvaguardia).

Le conseguenze sono pesanti. Il peso del capitolo di spesa per l’energia elettrica in un Comune in Salvaguardia arriva ad essere anche del 30% superiore a quanto sarebbe utilizzando le Convenzioni Consip. Se pensiamo che la spesa per l’energia elettrica, dopo la spesa per il personale e per la gestione rifiuti, rappresenta mediamente la terza voce di costo nel bilancio comunale, possiamo intuire come nei Comuni in Salvaguardia vengano assorbite per la spesa energetica preziose risorse che potrebbero essere destinate alla manutenzione stradale, alla gestione degli asili nido, ecc.

Proprio per dare una mano a tali amministrazioni, Consip ha di recente indetto la gara Accordo Quadro 2, ribattezzata “SalvaSalvaguardia”, che alla sua prima edizione non aveva visto partecipanti nei lotti meridionali (sul tema Consip, indette le gare per l’Energia Elettrica).

SOCI CEV

Una categoria di PA fuori Consip che non può essere ignorata è rappresentata dalle amministrazioni che acquistano energia aderendo al Consorzio Energia Veneto (CEV). Il numero di Soci dichiarati da CEV al 10 dicembre 2018 è 1.101. Praticamente, in Italia 1 Comune su 8 è socio del Consorzio CEV. Non tutti i Soci hanno la fornitura di energia elettrica con la Convenzione, ma si tratta comunque di una platea decisamente ampia che merita attenzione. La Convenzione pluriennale CEV gestita da Global Power scade quest’anno e, con l’attuale quadro normativo, CEV dovrà trovare un fornitore in grado di garantire il 3% in meno “rispetto ai migliori corrispettivi indicati nelle convenzioni e accordi quadro messi a disposizione da Consip SpA e dalle centrali di committenza regionali”. La gara targata CEV per la fornitura di energia elettrica sarà indetta entro giugno e sarà interessante verificare l’interesse da parte degli operatori ad un meccanismo di gara sicuramente sfidante.

 

Le conseguenze dell’inerzia

L’elemento che accomuna tutte le amministrazioni che non si sono adeguate alla norma, e che non sfruttano le straordinarie possibilità di risparmio offerte dagli strumenti di centralizzazione degli acquisti, è l’inerzia. Purtroppo è un elemento che nel nostro paese si registra in tanti ambiti dell’azione amministrativa, il più delle volte a causa dell’assenza di una chiara identificazione di ruoli e responsabilità degli uffici. Chi si occupa delle bollette? L’ufficio Tecnico o l’Ufficio Ragioneria? Le dinamiche organizzative che possono innescarsi, in organizzazioni sature di attività spesso svolte senza adeguati strumenti, possono essere perverse. La conseguenza più frequente è l’inerzia.

L’inerzia è una spesso una soluzione di comodo. Chi è propositivo è “premiato con più lavoro”. Meglio avere un basso profilo ed evitare di commettere errori.

Gli indicatori tipici della situazione di inerzia li rileviamo quando vengono pronunciate frasi del tipo: “abbiamo sempre fatto così” o ancora peggio “lasciamo il mondo come sta”.

E’ incredibile come una PA inerte si possa autoconvincere che il Codice degli Appalti si applica a TUTTI gli acquisti di beni e servizi, tranne che per l’energia elettrica. È certamente comodo pagare ogni mese le bollette senza preoccuparsi del contratto o di quanto stiamo spendendo. E’ certamente comodo rivolgersi al fornitore locale, magari con una eccellente rete commerciale che mi coccola e risolve ogni problema appena sollevo la cornetta. Sul livello di servizio (apparente) ottenibile con altri fornitori non si discute. Il problema è che la comodità ha un costo e le bollette, pagate con soldi pubblici, non possono essere gestite come se fossero quelle di casa propria.

Giuliano Sarricchio – BenchSmart srl

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