Il recupero dell’Arim, non incassato nel secondo semestre 2018, traina il costo energetico del 2019. Per la PA bolletta sui massimi degli ultimi 5 anni.
scende la borsa elettrica, ma bolletta è più cara! Dal primo aprile non doveva diminuire il costo dell’energia elettrica?
Il 26 marzo, in occasione dell’aggiornamento trimestrale dei prezzi per i consumatori del mercato di tutela, l’Autorità pubblicava le tariffe per il secondo trimestre dell’anno, comunicando una riduzione della bolletta elettrica dal 1° aprile, “per la famiglia tipo”, dell’8,5%. Il giorno dopo, tutti i giornali italiani annunciavano la buona novella, e il popolo italiano tirava un sospiro di sollievo. L’aspetto curioso è che anche il Governo ha ripreso la comunicazione dell’Autorità,scatenando un’accesa polemica. Qualche giornalista introduce il concetto di “uso politico della bolletta”!
Purtroppo, in Italia non c’è solo la “famiglia tipo”; ci sono anche imprese e Pubbliche Amministrazioni. Per tali categorie, ad aprile la bolletta è salita…e anche tanto!
Scopriamo perché
Riduzione degli oneri di rete: missione incompiuta!
Almeno una volta all’anno pubblichiamo un articolo di approfondimento sulla composizione del costo dell’energia, esaminando l’andamento della bolletta elettrica della Pubblica Amministrazione, con un focus particolare sulla principale componente della bolletta: gli oneri di rete.
Si tratta di un tema molto dibattuto a causa dell’odioso peso in bolletta di oneri diversi dalla materia prima. Peso che, alla lunga, come la perdita in una condotta idrica, drena risorse, rendendo le imprese meno competitive e i consumatori più poveri.
Facciamo un breve cronistoria:
• Nel 2015 osservavamo la crescita senza freni degli oneri di rete, con una quota energia che, anche grazie all’indicizzazione al petrolio della tariffa energetica, rappresentava appena il 22% della bolletta Come è cambiato il costo dell’energia negli ultimi 5 anni per la PA
• Nel 2016 esaminavamo la riforma delle tariffe elettriche, che faceva ben sperare in una riduzione strutturale del peso degli oneri di rete Riforma tariffe elettriche: nel 2016 scendono gli oneri di rete
• Nel 2017 festeggiavamo l’inversione di rotta. Gli oneri di sistema tornano ai livelli del 2013.
• Nel 2018 arriva la riforma più profonda, con l’introduzione delle componenti Arim e Asos, calcolate anche sulla potenza contrattuale. Aumentano i costi per i POD con bassi consumi. Viceversa, con più di 20.000 kWh/anno si comincia a risparmiare qualcosina (Oneri di sistema. Di quanto cresce la bolletta elettrica nel 2018).
Nel corso del 2018, la variabile mercato energetico condiziona le scelte dell’Autorità. A partire da aprile 2018 inizia una tendenza rialzista del mercato elettrico, che porterà il PUN a toccare 90 €/MWh a settembre 2018 (Mercato Elettrico: la paura fa 90!). Per mitigare gli effetti in bolletta, l’Autorità azzera la componente Arim del terzo e quarto trimestre. Nel secondo semestre 2018 la bolletta aumenta, ma sarebbe stato un bagno di sangue se non ci fosse stato l’intervento sull’Arim.
Naturalmente, tale situazione non poteva essere sostenibile. Il mancato gettito va recuperato. In pratica, è come se nel 2018 i consumatori di energia si fossero inconsapevolmente indebitati.
Chi copre la quota di oneri di rete non incassata nel 2018? Nonostante con l’Arim si coprano spese che poco hanno a che fare con i consumi di energia elettrica, l’ipotesi di trasferire in fiscalità generale l’intervento a riduzione delle bollette non è mai stata presa in considerazione. Non dimentichiamo che viviamo in un paese con il debito pubblico che supera abbondantemente il 130% del PIL.
Come prevedibile, il debito lo stanno pagando i consumatori di energia nel 2019 e, a giudicare dai numeri, sembra che gli interessi siano molto salati!
Come è cambiato l’Arim dalla sua introduzione
Come noto, dal 1° gennaio 2018 gli oneri di sistema hanno subito una profonda revisione. Sono state introdotte le componenti Asos (che ha preso il posto dell’A3 a sostegno delle rinnovabili) e l’Arim, che ha sostituito il vecchio coacervo di oneri (A2, A4, A5, As, MCT, UC4 e UC7) presenti sulla bolletta elettrica dal 2003.
Lo scorso anno, con l’entrata in vigore della riforma, abbiamo fatto i nostri conti per capire se era il caso di gioire o di preoccuparsi (Oneri di Sistema: occhio alle quote fisse e alle potenze contrattuali). Analizzando gli oneri tariffari del primo trimestre 2018, la situazione non sembrava particolarmente preoccupante, se si faceva attenzione alle quote fisse, ma soprattutto alla potenza contrattuale. Con una oculata gestione delle potenze, sarebbe stato addirittura possibile ottenere risparmi!
I ragionamenti fatti erano però basati sui corrispettivi del primo trimestre 2018. Da allora gli oneri sono più che raddoppiati, con una crescita che questo trimestre raggiunge il 120%!
A giudicare del livello delle tariffe, nei primi due trimestri il gettito generato dall’Arim sarà vicino a quanto sarebbe stato incassato nel corso dell’intero 2018 se fossero stati praticati i corrispettivi del primo trimestre. Ci auguriamo dunque che sia voluto mettere “fieno in cascina” e che nella seconda parte del 2019 si ritorni su livelli accettabili.
L’effetto degli aumenti sulla bolletta dei nostri clienti
Quanto impattano sulla bolletta elettrica gli aumenti degli oneri di rete? Proviamo a rispondere alla domanda con esempi concreti, guardando ai dati che osserviamo sui nostri clienti.
I clienti del nostro servizio BenchMonitor ricevono ogni mese un report di sintesi sull’andamento della fornitura. Questo mese hanno ricevuto una scheda che evidenzia un aumento del costo dell’energia, rispetto al mese precedente, da 0 a 20 €/MWh. Gli aumenti sono più pesanti nei casi di prevalenza di consumi in Bassa Tensione, dove il peso delle quote fisse è maggiore.
E’ impressionante che, nonostante il calo dell’energia elettrica, l’aumento degli oneri di rete abbia riportato il costo sui livelli massimi degli ultimi 5 anni.
Chiudiamo la nostra analisi mostrando un grafico interattivo del costo unitario, che consente di visionare il costo effettivo pagato dai clienti del nostro servizio BenchMonitor, calcolato su oltre 4.600 POD per un volume complessivo di 330 GWh di energia (Per maggiori informazioni sulle caratteristiche delle utenze monitorate si veda I numeri di BenchMonitor.)
Il grafico è interattivo! e cliccando sui grafici è possibile consultare il diverso comportamento del costo del MWh pagato dagli utenti del nostro servizio negli ultimi 5 anni.
Il grafico a schermo intero è visualizzabile al seguente link.
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Giuliano Sarricchio – BenchSmart srl