Consip EE15: Fornitura energia a prezzo fisso? No Grazie

::cck::12::/cck::
::introtext::

PUN 2018 atteso La salita dei prezzi a termine rende l’opzione fissa molto onerosa. A nostro giudizio troppo onerosa.

Negli ultimi due mesi i prezzi a termine, base per il calcolo del prezzo fisso, sono saliti di 10 €/MWh, con un prezzo spot sostanzialmente invariato. In questo momento di mercato il prezzo fisso diventa la peggiore scelta possibile. Alle Pubbliche Amministrazioni alle prese con l’ordinativo Consip EE15, consigliamo di optare per l’opzione variabile.

Scopriamo perché

::/introtext::
::fulltext::

Lotto Fisso esaurito? Meno male!

stato lotti EE15Il prezzo fisso è l’opzione tariffaria “più amata dagli italiani”. Nonostante con la Convenzione EE15 siano raddoppiati i quantitativi di energia acquistabili a prezzo fisso, in molte regioni l’energia a prezzo fisso è andata esaurita in brevissimo tempo. In Lombardia, Veneto, Liguria e Sardegna ci sono numerose Amministrazioni rammaricate dall’impossibilità di poter optare per l’opzione tariffa fissa nel proprio ordinativo di fornitura. A nostro giudizio, per quello che sarebbe oggi il livello del prezzo fisso, l’indisponibilità dell’opzione fissa è un colpo di fortuna! Infatti, nelle attuali condizioni di mercato, la scelta della tariffa fissa sarebbe eccessivamente onerosa.

Cosa determina il prezzo della tariffa fissa

Ricordiamo che con la tariffa fissa il prezzo è determinato dalla somma del “Prodotto fisso” e dello spread offerto in sede di gara. Il “Prodotto fisso” è determinato mensilmente da Consip in base al valore dell’energia nei successivi 12 mesi, stabilito dai mercati a termine, ovvero sui mercati dove si fissano i prezzi oggi per l’energia che sarà consumata, o meglio consegnata, domani.
Nel grafico seguente mostriamo i prezzi a termine dell’energia elettrica del 19 marzo, che osservavamo due mesi fa, con quello che osserviamo oggi. Per la nostra analisi abbiamo considerato i prezzi sui futures pubblicati da Borsa Italiana.

Come si può vedere, le linee tratteggiate sono salite in maniera impressionante, ed abbiamo osservato un’ulteriore impennata proprio negli ultimi giorni.

PUN 2018 atteso

A guardare i prezzi, sembra che il mercato si attenda il verificarsi di una catastrofe, ed è comprensibile il disorientamento degli operatori, specie di quelli che hanno necessità di coprirsi sul mercato avendo già venduto ai propri clienti finali forniture a prezzo fisso.

L’aspetto anomalo del fenomeno che stiamo osservando è rappresentato dall’andamento dei prezzi spot, rimasti stabili negli ultimi due mesi e saliti solo in questa settimana.

Perché i prezzi futuri salgono?

Quali sono le motivazioni che hanno potuto determinare un fenomeno così particolare, di salita dei prezzi futuri e sostanziale stabilità di quelli a pronti?

A parere di chi scrive, si tratta di un effetto determinato da fattori che vanno ricercati nei meccanismi che determinano il prezzo dei derivati. Non crediamo che la crescita dei prezzi sia spiegabile con mutate aspettative del mercato rispetto alla domanda ed offerta di energia nei prossimi 12 mesi. In altre parole, non crediamo che di colpo i prezzi si siano mossi perché si teme un nuovo “Mal di Francia” (si veda Spinte rialziste sui mercati energetici) o perché gli operatori di mercato sono a conoscenza di eventi climatici estremi, caldo record per l’estate o gelo siberiano per l’inverno. In campo meteorologico, le previsioni a lungo hanno attendibilità vicino allo zero e non crediamo possano spostare di un millimetro il mercato.

Secondo noi, quello che sta accadendo può essere spiegato con una grossa domanda di strumenti finanziari legati alle commodity, qualunque esse siano. Tutte le commodity del pianeta stanno salendo, a partire dal Petrolio.

brent 15 anni

Qualcuno dirà: cosa c’entra il petrolio con l’energia elettrica? Dimentichiamoci per un attimo dell’economica reale. Dimentichiamoci di come si produce l’energia elettrica o cosa sposta la domanda dei consumatori. I prezzi delle materie prime sono in gran parte determinati da operatori finanziari ai quali interessa poco il sottostante, o il valore corretto di ciò che comprano. In questo momento c’è una forte domanda di commodity ed il prezzo del petrolio, da sempre considerato il principale driver di tutto il settore, sta trainando tutte le materie prime. In questo contesto è possibile che anche i prezzi dell’energia elettrica abbiano risentito di questo fenomeno. In Italia un ‘ulteriore impulso alla salita potrebbe essere arrivato proprio dalla liquidità generata dalla massiccia vendita di titoli di Stato, determinata dai timori degli investitori rispetto all’attuale situazione politica.

La salita dei derivati è dunque colpa del governo che sta per nascere? Certamente non è il caso di prendersela con il Governo, specie se non è ancora nato. Una cosa è certa, il prezzo di mercato è il risultato dell’incontro tra domanda e offerta. Il problema è che ciò che muove la domanda o l’offerta non ha niente a che vedere con i fondamentali, specie nei picchi di volatilità, quando gli scambi sono effettuati prevalentemente da operatori finanziari, non interessati alla consegna dell’energia sottostante il contratto finanziario derivato.

A cura di

Giuliano Sarricchio

BenchSmart srl

::/fulltext:: ::cck::12::/cck::