Come è cambiato il costo dell’energia negli ultimi 8 anni per la PA

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EvoluzioneStorica costo energia elettrica2015-2017 imponibile medio compreso tra 165 e 170 €/MWh. Aspettative per un rialzo dei costi 2018 (secondo il mercato dei derivati sull’energia elettrica – IDEX).

Dall’osservazione del costo storico dell’energia elettrica degli ultimi 8 anni, possiamo scoprire gli effetti in bolletta di tanti fenomeni accaduti negli ultimi anni:

– l’aumento degli oneri di sistema del periodo 2011-2014;
– gli effetti della caduta del petrolio nel 2015;
– la riduzione degli oneri di sistema del 2016-2017.

Cosa accadrà nel 2018?

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Nella bolletta elettrica il costo della materia prima rappresenta solo una parte minoritaria. La voce più importante di spesa è rappresentata dagli oneri di sistema che, a partire dal 2014, sono stati oggetto di un processo di riforma che ha arrestato la salita degli anni precedenti.

Qual è stato l’effetto complessivo in bolletta? Come è cambiata la sua composizione negli ultimi anni?
In questo articolo effettuiamo una ricostruzione storica della composizione storica della bolletta, per capire meglio cosa aspettarci nel futuro.

Le ipotesi del modello

Il tema della composizione della bolletta elettrica è certamente uno dei nostri “cavalli di battaglia”. Abbiamo puntualmente trattato l’argomento negli ultimi tre anni, analizzando l’evoluzione del costo unitario di un’utenza in fornitura con Consip a partire dal 2011. Per uno sguardo ai precedenti articoli, si veda:

Con la stessa impostazione, ritorniamo ad analizzare il costo dell’energia elettrica.

L’utenza ipotizzata nel nostro calcolo è in Bassa Tensione, con una potenza impegnata di 10 kWh e con un consumo annuo pari a 17.910 kWh/anno. La scelta del consumo annuo non è casuale. Essendo cambiato il meccanismo di calcolo degli oneri di sistema, con un aumento delle quote fisse (Asos e Arim hanno preso il posto delle componenti A e UC,), effettuiamo la simulazione considerando un’utenza con un consumo annuo tale da rendere invariato il costo degli oneri di distribuzione rispetto all’anno 2017.

Per calcolare il costo dell’energia abbiamo considerato i prezzi Consip praticati in Sardegna e il seguente profilo di consumo: F1=45%, F2=22%, F3=33%.

Le tendenze delle diverse componenti della bolletta elettrica

Oneri di Distribuzione (comprensivi degli oneri di sistema)

Partiamo dagli oneri di distribuzione. Dando uno sguardo al grafico degli oneri di sistema, risulta evidente il “folle aumento” dal 2011 al 2014, al quale l’Autorità ha rimediato solo in parte, con i successivi interventi. Possiamo osservare che i risultati più importanti della politica di contenimento degli oneri di sistema sono arrivati nel 2017, quando la Componente A3 ha beneficiato del calo del costo degli incentivi alle rinnovabili.

EvoluzioneStorica oneri di sistema

Per l’anno corrente, il grafico mostra una sostanziale stabilità rispetto al 2017. In realtà, la presunta stabilità è semplicemente la conseguenza dell’ipotesi adottata. Se avessimo scelto un’utenza con un consumo annuo maggiore, avremmo osservato una riduzione del costo; se avessimo ipotizzato un consumo più basso, avremmo osservato un aumento. Nel nostro prossimo articolo quantificheremo l’impatto delle nuove quote fisse, misurando l’aumento e la diminuzione di costo unitario dell’energia elettrica al variare dei consumi.

Dispacciamento e Trasporto

Le componenti Dispacciamento e Trasporto hanno un peso più contenuto in bolletta. Ciononostante, le oscillazioni si fanno sentire, specie per gli oneri di dispacciamento. Nel grafico risulta evidente il record di costo per il servizio di dispacciamento dell’estate del 2016. Ricordiamo che in tale occasione l’Autorità fu costretta ad intervenire per contenere i comportamenti speculativi degli operatori attivi sul mercato del dispacciamento (MSD).

EvoluzioneStorica trasporto dispacciamento

Quota materia prima

Per il costo della materia prima abbiamo considerato il costo applicando la tariffa Consip vigente. Come noto, il costo dell’energia è ancorato al valore dell’indice PUN, che esprime il valore dell’energia alla borsa elettrica.

Per la stima del PUN del 2018, abbiamo considerato il valore dei futures trimestrali all’IDEM al 27 aprile 2018. Il PUN medio ottenuto è di 56,91 €/MWh, in aumento di quasi 3 €/MWh rispetto al valore medio del 2017, pari a 53,94. L’aspetto interessante è che nelle ultime settimane abbiamo osservato un aumento sensibile dei prezzi a termine, nonostante il costo dell’energia elettrica sul mercato a pronti sia risultato in calo. Se solo un mese fa avessimo fatto la stessa analisi, con la stessa metodologia, non avremmo rilevato variazioni nella quota energia tra il 2017 e il 2018.

pun 2018 vs 2017

L’evoluzione del costo complessivo

Senza considerare le accise, che non hanno subito variazioni negli ultimi anni, abbiamo ricostruito le diverse componenti della bolletta elettrica e possiamo procedere alla sintesi finale.

Nel grafico seguente, è riportato una sintesi che ci consente di osservare la variazione del costo complessivo medio che avremmo pagato negli ultimi 8 anni per la nostra utenza di 10 kW di potenza e con un consumo medio di quasi 18.000 kWh/anno, aderendo puntualmente alla Convenzione Consip vigente nella Regione Sardegna.

E’ interessante osservare come il costo complessivo del megawattora sia aumentato sensibilmente tra il 2011 e il 2014, per poi crollare bruscamente nel 2015. La fase rialzista 2011-2014 è interamente imputabile all’aumento degli oneri di sistema. Il costo dell’energia elettrica era ancorato al prezzo del petrolio che, in quel periodo, era posizionato stabilmente sopra i 100 dollari al barile.

EvoluzioneStorica costo energia elettrica

Il 2015 è stato l’anno in cui la caduta del prezzo del petrolio ha avuto pesanti ripercussioni sulla bolletta elettrica, specie sulla bolletta elettrica delle PA aderenti alle Convenzioni Consip. E’ stato l’anno nero per Gala, che si era accaparrata tutti i lotti della Convenzione Consip EE12. E’ stato l’ultimo anno in cui il costo dell’energia è stato indicizzato al petrolio. L’effetto sul nostro grafico è evidente. L’imponibile medio per un megawattora di energia elettrica è passato da 191 a 163 €/MWh, con un calo di quasi il 15% del costo complessivo.

Il 2016 è stato l’anno del PUN sui minimi storici. Valori molto bassi del PUN hanno attenuato l’effetto sul costo della materia prima, determinato dal passaggio dalla EE12 indicizzata al brent alla EE13 indicizzata al PUN.

Il 2017 è stato l’anno caratterizzato dal cd “mal di Francia” e da eventi climatici estremi. Fortunatamente, il sensibile calo della componente A3 ha evitato significative ripercussioni sul costo complessivo dell’energia elettrica.

Il risultato finale è che dal 2015 al 2017 abbiamo vissuto una sostanziale stabilità del costo dell’energia con un valore medio del megawatt intorno tra i 165 e i 170 €/MWh. Vale la pena rammentare che tale livello di costo è relativo all’utenza definita nella nostra ipotesi. Nella realtà, il costo unitario dell’energia varia, anche sensibilmente, a seconda delle caratteristiche delle utenze.

Cosa aspettarci per il 2018?

Per il 2018 il costo sembrerebbe in aumento. Questa è l’indicazione che viene dai derivati sull’energia di aprile. E’ un argomento che merita certamente un maggiore approfondimento, che pubblicheremo nelle prossime settimane. Per essere puntualmente informati sulla pubblicazione di nuovi articoli, vi invitiamo ad iscriverti alla nostra newsletter.

A cura di Giuliano Sarricchio

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