Il crollo del Brent sgonfierà il mercato elettrico?

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Nonostante il crollo del Brent del 35% nell’ultimo trimestre del 2018, la borsa elettrica ha tenuto. Cosa accadrà nel 2019?

Nell’ultimo trimestre del 2018, il petrolio ha perso oltre un terzo del suo valore. Si tratta del terzo maggior ribasso degli ultimi 10 anni, e la tendenza ribassista è ancora in atto. Ci sono ancora margini di discesa?

L’onda lunga della discesa del Brent si farà sentire anche sul mercato elettrico del 2019?

Nell’attuale contesto di mercato cosa scegliere per la fornitura di energia elettrica: tra tariffa fissa o tariffa variabile?

Se crolla il driver del comparto energetico

Come noto, il prezzo del petrolio è il principale driver del mercato energetico. Se uno dei principali punti di riferimento perde oltre 1 terzo del suo valore, i prezzi di tutte le commodities ne risentono, ed è inevitabile che l’effetto si ripercuota anche sul prezzo di energia elettrica e gas.

Nell’ultimo trimestre il Brent è passato da 85 a 54 $/bbl, toccando un minimo a 50 nella vigilia di Natale. La perdita di valore nell’ultimo trimestre 2018 supera il 35%.

Il Brent non è nuovo a movimenti ribassisti anche più marcati di quelli visti negli ultimi tre mesi. Tra il 2014 e il 2015 il calo fu di circa il 65% e, nel 2008, in appena 6 mesi, il calo fu addirittura del 70%!

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Come è possibile? Nonostante la presenza di un organismo come l’Opec, con il potere di intervento sui livelli produttivi per stabilizzare le quotazioni e contenere la volatilità, i prezzi seguono logiche puramente speculative. Nel corso del 2018 i prezzi del comparto petrolifero sono stati più sensibili ai tweet di Trump che ai vertici dell’Opec!

L’elevata volatilità del Brent è certamente dovuta al rilevante peso degli scambi di natura speculativa da parte di investitori, che non hanno nessun interesse alla consegna fisica del petrolio.

I temi che hanno caratterizzato il crollo degli ultimi tre mesi sono numerosi, ed in buona parte riconducibili alla politica energetica e commerciale dell’amministrazione Trump.

  • Dal lato dell’offerta di greggio, va considerato il primato produttivo nel 2018 degli USA, primo produttore mondiale anche grazie allo sviluppo dello Shale Oil. Se aumenta il peso americano, si riduce la capacità dell’Opec di stabilizzare o sostenere le quotazioni del greggio.
  • Dal lato della domanda, il mercato teme un rallentamento economico globale, in parte determinato dalla guerra dei dazi e dal deteriorarsi dei rapporti commerciali con la Cina. 

Nel mutato contesto di mercato, l’Opec sembra impotente. La risposta dei mercati al vertice Opec di Vienna del 6 e 7 dicembre ne è la conferma.

Il crollo è terminato? Dove potranno arrivare le quotazioni? Dal punto di vista tecnico, nonostante l’entità del movimento ribassista, ci sono ancora margini discesa verso i 43/44 $/barile, livello dal quale è partita la tendenza rialzista ad aprile del 2016.

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Quali effetti sul mercato elettrico?

Come ha influito il calo del Brent sul mercato elettrico? Cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi?

Il seguente grafico mostra l’andamento delle quotazioni del Future Italiano sul mercato elettrico, con consegna dell’energia elettrica a marzo 2019. Rispetto al massimo del 10 ottobre 2018, le quotazioni hanno tenuto. L’effetto del mutato scenario sul comparto energetico ha determinato una stabilizzazione delle quotazioni, interrompendo il rally in atto, senza però determinare un’inversione di tendenza.

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Cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi?

Esiste una correlazione tra energia elettrica e petrolio? Proviamo a dare uno sguardo al comportamento dei prezzi negli ultimi tre anni.

Il seguente grafico mostra l’andamento di Petrolio (Brent), Energia Elettrica (PUN) e Gas Naturale (TTF). Per puro caso, i prezzi dell’energia elettrica in €/megawatt e del Brent in €/barili hanno un valore simile, e questo favorisce la nostra comparazione.

Il grafico mostra una complessiva correlazione, con movimenti al rialzo e al ribasso che si assomigliano per direzione ed entità. L’aspetto interessante è l’anticipo con il quale si muove la linea nera relativa al petrolio, rispetto alla linea verde riferita all’energia elettrica.

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Se fosse confermata la correlazione, il perdurare della debolezza del Brent potrebbe favorire un ridimensionamento delle quotazioni del PUN nel 2019.

Rispetto alla nostra ultima analisi del mercato elettrico di settembre 2018 ( sul tema Mercato Elettrico: la paura fa 90!), le nostre attese sui prezzi dell’energia elettrica sono dunque mutate. Nell’articolo di settembre, esaminando la situazione del mercato elettrico dopo 4 mesi di salita ininterrotta dei prezzi, ci chiedevamo se il PUN a 75/80 €/MWh fosse il solito “fuoco di paglia” o se i prezzi fossero destinati a rimanere sui livelli più alti degli ultimi 6 anni.

La nostra aspettativa era di “una stabilizzazione dei prezzi elettrici su livelli superiori di almeno 10 €/MWh rispetto a quanto registrato negli ultimi 4 anni”. Dopo i picchi di fine ottobre, nonostante il crollo del Brent, le quotazioni del mercato elettrico hanno tutto sommato tenuto.
Considerato il comportamento del Brent passato da rialzista a ribassista, e con soli due/tre mesi di potenziale freddo invernale, la nostra aspettativa sul mercato elettrico torna ad essere laterale/ribassista. Cosa significa? Rispetto alle attuali quotazioni del prezzo fisso, troviamo più probabile un prezzo spot mediamente più basso rispetto a quanto oggi si pagherebbe il prezzo fisso. Naturalmente si tratta di una previsione che, come tale, potrebbe essere smentita in breve tempo dal mercato. Ad esempio, il mercato elettrico potrebbe essere influenzato anche da altre variabili, come la produttività del parco nucleare francese o le condizioni del mercato dei certificati neri. Purtroppo, chi è chiamato a prendere decisioni deve fare una scelta e, dovendo scegliere tra fisso o variabile, oggi intravediamo più rischi nel prezzo fisso che nel prezzo variabile.

La decisione va comunque ponderata, tenendo conto dello specifico prezzo fisso proposto o dell’entità dello spread rispetto al parametro variabile. Per la PA, la convenienza tra fisso e variabile dipenderà anche dagli esiti della Consip EE16, che saranno pubblicati nei prossimi giorni. In tale occasione, non mancherà la nostra consueta analisi sui prezzi della Convenzione Consip EE16.

Cogliamo l’occasione per anticipare altri due temi trattati nei prossimi articoli:

1. Analisi comparata Mercato di Tutela vs Mercato Libero (Consip);

2. Analisi dei prezzi Consip Gas Naturale 11

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a cura di Giuliano Sarricchio – BenchSmart srl

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