Fisso o variabile? Le conseguenze sulla bolletta elettrica

  prezzo-fisso-variabile-approfondimento Meglio fisso o variabile? Prosegue il nostro approfondimento sulla scelta tra prezzo fisso e prezzo variabile in materia di bollette elettriche.

Dopo l’analisi di inizio mese sul calo del prodotto fisso Consip che, finalmente, rende la tariffa fissa un’opzione economicamente ragionevole, Elettricità, se il prezzo fisso (finalmente) è da valutare, oggi esaminiamo le conseguenze delle scelte fatte 12 mesi fa.

12 mesi fa la corsa al prezzo fisso

Esattamente 12 mesi fa, in Lombardia si verificava un evento senza precedenti. Appena fu attivata la Convenzione Consip EE16, i quantitativi di energia elettrica a prezzo fisso andarono letteralmente a ruba e, nel giro di poco più di un mese, non fu più possibile acquistare energia elettrica a prezzo fisso. Nei mesi successivi tante amministrazioni, a malincuore, si videro costrette alla scelta del prezzo variabile, non vedendo l’ora di tornare all’amato prezzo fisso. Le amministrazioni più disperate, piuttosto che comprare a prezzo variabile, interpretando in maniera originale l’obbligo di acquisto tramite Consip (L132/12 art. 1 comma 7), pensarono di poter ovviare cercando sul mercato offerte alternative a prezzo fisso.

Da allora sono passati esattamente 12 mesi, ed è interessante analizzare le conseguenze delle scelte effettuate.

La lettura dei prezzi va fatta considerando quello che è successo sul mercato elettrico negli ultimi 18 mesi, con un calo che si avvicina al 50% per il mercato spot (per un approfondimento su mercato spot e mercato a termine rimandiamo a Elettricità, se il prezzo fisso (finalmente) è da valutare.

PUN-storico-mensile

Naturalmente, le formule tariffarie, che seguono puntualmente il mercato, hanno beneficiato della discesa dei prezzi e sono risultate più convenienti di quelle a prezzo fisso, o con una indicizzazione più lenta (Tutela). Di seguito, ne misuriamo il risparmio, con un focus sulle amministrazioni Lombarde, dove l’acquisto del prezzo fisso Consip si è concentrata sui contratti con decorrenza di maggio 2019.

Consip (fisso e variabile), Salvaguardia e Tutela a confronto.

Abbiamo calcolato il costo unitario mensile delle principali opzioni di acquisto, prendendo a riferimento i prezzi della Lombardia di una utenza in bassa tensione con un profilo di 45% in F1, 22% in F2 e 33% in F3. Per il calcolo dei prezzi abbiamo aggiunto le componenti accessorie:

• ai prezzi di Salvaguardia abbiamo aggiunto la componente CSAL pari a 4,52 €/MWh.
• ai prezzi di Tutela, che l’Autorità pubblica al lordo delle perdite di rete, probabilmente per far sembrare più attrattivi i prezzi delle offerte di mercato libero, abbiamo tolto il 10,4% e aggiunto la componente PCV di circa 10 €/Mese. Ipotizzando un consumo annuo di 20.000 kWh/mese, l’incidenza della PCV sulla tariffa di Tutela (non prevista dai capitolati Consip e Salvaguardia) è pari a 6,15 €/MWh.
I risultati sono sintetizzati nel seguente grafico.

Tutela peggio della Salvaguardia

Le sorprese non mancano.

A febbraio, il costo del servizio di Tutela supera abbondantemente il costo del servizio di Salvaguardia. Non dimentichiamo che l’analisi è fatta in Lombardia, dove il costo della Salvaguardia è ragionevole, con un valore della “penale Omega” pari a 13,89 €/MWh (Per un approfondimento sui prezzi del servizio di Salvaguardia vedi Energia Elettrica 2019/20. La Salvaguardia fa meno paura). Non avremmo lo stesso risultato se ragionassimo con i prezzi della Salvaguardia della Calabria, dove la “penale Omega” è di 51,86 €/MWh. Cionostante, è sorprendente scoprire che il Servizio di Tutela non tutela come ci si aspetterebbe (sul tema Bollette Elettriche: la Tutela non tutela più).

Considerato l’andamento dei prezzi sul mercato elettrico, ci aspettiamo che a fine mese, quando saranno noti i prezzi della Tutela per il trimestre da aprile a giugno 2020, l’Arera pubblicherà corrispettivi con la variazione percentuale più bassa della storia delle rilevazioni trimestrali. Ci auguriamo dunque che l’autorità possa ravvedersi rispetto ai corrispettivi oggettivamente fuori mercato del primo trimestre 2020.

Prezzo fisso la peggiore scelta di 12 mesi fa

Quale la peggiore scelta possibile che le amministrazioni lombarde potevano fare 12 mesi fa?

Certamente l’acquisto di Energia Elettrica a prezzo fisso. Proprio la tariffa che andò letteralmente a ruba, con esaurimento del plafond disponibile nel giro di pochi giorni, a distanza di 12 mesi si è rivelata la scelta che ha determinato in assoluto il maggiore costo dell’energia elettrica.

Un costo che, a partire da dicembre 2019, risulta addirittura superiore alla Salvaguardia. Probabilmente, alcune amministrazioni non si sono neanche rese conto di quanto avrebbero potuto risparmiare se avessero fatto una scelta differente.

La PA fissata per la fissa

Cosa scegliere oggi? Nonostante il bagno di sangue di 12 mesi fa, le PA italiane sceglieranno nuovamente la tariffa fissa. Infatti, le PA scelgono il fisso a prescindere. Sia che il mercato sia alto o basso, che scenda o salga, la scelta è sempre la stessa: prezzo fisso! E’ comprensibile l’esigenza di programmare la spesa, ma la tariffa fissa non è una soluzione. Scegliere la tariffa fissa alla cieca, senza valutare le condizioni di mercato, può costare molto caro.

Cosa scegliere oggi?

Con il calo del mercato elettrico, anche il Prezzo fisso ha raggiunto livelli interessanti.

Andamento-periodo-fisso

Per chi acquista il prezzo fisso con decorrenza giugno, il prezzo fisso è vicino a 50,31 €/MWh. E’ giunta l’ora del prezzo fisso?

Daremo la risposta con un articolo di approfondimento che pubblicheremo la prossima settimana.

Per chi volesse il nostro punto di vista in anteprima, può iscriversi al webinar di giovedì 12 marzo dal titolo Consigli operativi per l’adesione a Consip per l’acquisto di energia.

Giuliano Sarricchio – BenchSmart srl