Nessuna novità di rilievo rispetto all’edizione EE20. Volumi di energia in leggero calo e basi d’asta che dovrebbero garantire la partecipazione.
Questa settimana gli operatori interessati a fornire energia elettrica alla PA il prossimo anno presenteranno le offerte per partecipare alla gara Consip EE21.
La gara, indetta prima dell’entrata in vigore del Nuovo Codice degli appalti, non contiene particolari elementi di novità rispetto alla Convenzione vigente.
In estrema sintesi, troviamo lo stesso impianto della gara EE20, con basi d’asta più generose per ridurre al minimo il rischio di una gara deserta. Proprio con l’obiettivo di favorire la massima partecipazione, si è optato per una gara semplice, con il solo articolo a 12 mesi. Il prezzo fisso resta in soffitta e, probabilmente, non tornerà più, almeno nei termini in cui era proposto fino alla Convenzione EE19.
Fortunatamente, anche il contesto di mercato è decisamente migliorato rispetto allo scorso anno. Ad esempio, le offerte per la vigente Convenzione Consip EE20 furono presentate a settembre 2022, il mese successivo alla più folle corsa dei prezzi del mercato energetico, con i fornitori impegnati a ridurre l’esposizione ai rischi di mercato e poco interessati ad aprirne di nuove.
A distanza di 9 mesi, il quadro è decisamente migliorato. I prezzi sono tornati su livelli più ragionevoli, anche se la volatilità resta molto elevata, come abbiamo constatato nella prima metà del mese di giugno, quando il prezzo del gas è passato da 25 a 50 €/MWh nel giro di pochi giorni.
Con queste premesse è ragionevole supporre che per la Consip EE21 non mancherà la partecipazione da parte degli operatori e, probabilmente, assisteremo anche ad un miglioramento degli spread offerti.
Prima gara con volumi di energia in calo
Analizzando gli atti di gara, rileviamo un dato interessante. Per la prima volta nella storia, i volumi registrano un leggero calo. Un calo assolutamente trascurabile, pari al 1% del volume di energia elettrica complessivamente in gara. Tuttavia, essendo la prima variazione di volumi con il segno negativo, essa assume un ruolo simbolico.
Hanno contribuito al leggero calo dei volumi il Lotto 11 (Lazio escluso la Provincia di Roma), il Lotto 4 (Trentino e Friuli) e il Lotto 13 (Campania). Risultano in aumento i volumi in Provincia di Milano e Lodi e in Emilia Romagna. Nonostante gli aggiustamenti, la graduatoria dei volumi, che rileva al fine di stabilire quali lotti vanno al secondo classificato in caso lo stesso operatore risulti primo in più di 5 lotti, non subisce variazioni degne di rilievo.
Ancora in crescita il valore della gara
Il valore in euro della gara continua a crescere per effetto del Costo unitario, che raggiunge i 274 €/MWh, in crescita rispetto al valore nominale del Megawattora attribuito lo scorso anno.
Degno di rilievo il mutato criterio utilizzato per il calcolo del valore economico dell’energia all’ingrosso. Si è passati dal valore medio del Pun degli ultimi 12 mesi, al valore del Pun dei primi 4 mesi del 2023. Considerato l’incremento della volatilità, bene ha fatto Consip a considerare un riferimento temporale più breve. Nonostante il calo della componente materia prima, il valore totale del megawattora nominale risulta in aumento per il ripristino degli oneri di sistema, che porta la stima degli oneri passanti da 60 a 100 €/MWh.
Le basi d’asta salgono, soprattutto al Sud
In netta salita le basi d’asta, che passano da 12,50 a 18 €/MWh.
Per la prima volta, viene introdotta una differenziazione della base d’asta per i 4 Lotti meridionali, dal numero 13 al 16, dove la base d’asta è fissata 10 €/MWh più in alto (28 €/MWh anziché 18 €/MWh). In pratica, per tutti i lotti meridionali, la base d’asta è stata posta su un livello molto vicino al prezzo di aggiudicazione della Convenzione EEbis Sicilia.
Come anticipato, è prevalso l’obiettivo prioritario di ridurre al minimo l’eventualità di una gara deserta, adeguando le basi d’asta al mutato contesto di mercato. Infatti, nonostante abbiamo superato la fase peggiore della crisi energetica, gli spread che si osservano sul mercato faticano a calare, per effetto del permanere di una condizione di incertezza che, evidentemente, richiede una maggiore marginalità per i contratti di fornitura di energia.
Anche per l’opzione verde, ritroviamo un adeguamento ai valori di mercato. In questo caso, l’incremento è sorprendente. In un paio di edizioni la base d’asta è più che decuplicata, passando da 0,90 a 10 €/MWh. Una dinamica che recepisce l’impressionante crescita delle garanzie di origine e che nella convenzione EE20 costituisce il principale elemento di criticità per gli aggiudicatari. I fornitori della vigente convenzione EE20 vendono l’energia verde ad 3 €/MWh, con i certificati che costano più del doppio.
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