Chi si aspettava che, con l’inizio della fase due, avremmo assistito ad una inversione di tendenza del mercato elettrico è rimasto deluso.
Dopo il mese di aprile, con un PUN medio a 24,81 €/MWh, nel mese di maggio non c’è stata l’attesa inversione di tendenza. Nonostante la ripresa delle attività economiche, nonostante il poderoso rimbalzo del prezzo del petrolio, da oltre 30 giorni il PUN giornaliero non ha mai superato i 30 €/MWh e, nel mese di maggio, si registrerà un nuovo record storico.
Perché i prezzi dell’energia elettrica non reagiscono alla ripresa della domanda?
Il rimbalzo del petrolio
Analizziamo la situazione dei mercati energetici partendo dal Brent. Nel 2020 abbiamo assistito a variazioni di prezzo senza precedenti. Il 9 marzo le quotazioni hanno perso un terzo del proprio valore per effetto del mancato accordo sui prezzi tra Russia e Arabia Saudita. Il punto più estremo della crisi si è verificato il 20 aprile, quando il future sul petrolio americano con consegna maggio ha fatto registrare prezzi ampiamente negativi, con gli operatori che hanno dovuto pagare, pur di disfarsi del petrolio.
Come spesso accade sui mercati, il momento di massima disperazione coincide con un minimo importante, a cui segue il rimbalzo. Il recupero dai minimi del petrolio è stato importante e nell’ultimo mese il Brent ha raddoppiato il suo valore.
Viceversa, l’energia elettrica ha continuato la sua discesa. Tale andamento divergente è la prova ulteriore che il legame tra prezzi dell’energia elettrica e petrolio è un lontano ricordo. Tale osservazione porta ad una considerazione pratica: avere contratti di fornitura di energia elettrica indicizzati al petrolio non ha più senso.
Mercato Gas naturale verso prezzi negativi
Viceversa, un driver dei prezzi del mercato elettrico resta il gas naturale.
Era il 16 marzo, poco più di due mesi fa, quando commentavamo la delicata fase che stava vivendo il mercato del Gas europeo. Nell’articolo riservato agli utenti registrati “Convenzione Consip GAS. Meglio fisso o variabile? ci ponevamo la domanda che sorge spontanea ogni volta che si osserva una tendenza ribassista:
In Europa i prezzi del gas naturale sono sui minimi storici toccati oltre 10 anni fa. Abbiamo toccato il fondo o siamo alla vigilia di una nuova ondata ribassista, determinata da crollo della domanda di energia, conseguenza dell’emergenza coronavirus?
Eravamo nella fase più difficile dell’emergenza coronavirus e, considerato l’ingresso in lock-down delle principali economie mondiali, la discesa dei prezzi sotto “la linea del Piave”, costituita dai minimi storici di agosto 2009, l’avevamo messa in conto. Quello che non ci aspettavamo era una caduta libera fino al nuovo minimo storico sotto i 3 €/MWh, toccato il 22 maggio. In meno di un trimestre il prezzo del Gas a pronti, con consegna il giorno successivo, ha perso un ulteriore 60% del proprio valore.
I prezzi del gas erano in tendenza ribassista già prima dell’emergenza Coronavirus, a causa della crescita delle importazioni di gas naturale in forma liquida (GNL o LNG, dall’inglese Liquefied Natural Gas) a basso costo. I prezzi del Gas europeo sono sempre più legati a quelli del GNL, ovvero al derivato “Japan Korea Marker”, riferimento della domanda del Nord Asia, dove si concentrano oltre la metà dei consumi mondiali di GNL. Il grafico dei prezzi del GNL dell’ultimo anno termico mostra una tendenza ribassista inequivocabile.
Quando terminerà la discesa? Difficile azzardare previsioni.
Siamo alla vigilia dell’estate, ma i serbatoi di gas da stoccaggio sono già piuttosto pieni, su livelli mai visti nello stesso mese dell’anno precedente.
In questi giorni le scorte europee sono in media già oltre il 70% del riempimento, con punte oltre l’80% in Germania. Come arriveremo ad ottobre?
La situazione in Europa è ancora più grave, e tra gli operatori si teme che, in occasione delle scadenze tecniche estive, possano verificarsi prezzi negativi, come è successo sul petrolio americano ad aprile.
PUN di maggio a ridosso di 20 €/MWh
Con i prezzi del gas che tendono a zero, i prezzi dell’energia elettrica non hanno potuto rimbalzare. La ripresa dei consumi non è stata sufficiente ad invertire la tendenza.
Con l’estate aumenta anche la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che nel mese di aprile ha superato la produzione da gas naturale e ha continuato a crescere in maggio. L’apporto delle rinnovabili è un’altra determinante chiave dell’andamento del Pun e contribuisce a ridurre la correlazione tra prezzi dell’energia elettrica e prezzi del gas.
Al momento, comunque, la correlazione tra Pun e prezzo del gas resta solida. Nel grafico accanto abbiamo sovrapposto i prezzi all’ingrosso di energia elettrica e gas degli ultimi due anni termici. Il livello di correlazione è sorprendente.
Cosa accadrà nei prossimi giorni. Cosa scegliere tra fisso e variabile per le forniture di energia elettrica e gas con decorrenza agosto?
Anche di questo parleremo nel webinar del 4 giugno dal titolo Meglio fisso o variabile? Analizziamo i mercati energetici .
A giugno 3 Webinar per migliorare la gestione delle forniture
Sono tre gli appuntamenti del mese di giugno, dedicati ai temi di maggiore interesse per i nostri clienti e i visitatori del nostro sito:
• Giovedì 4 giugno ore 10:00 – Meglio fisso o variabile? Analizziamo i mercati energetici;
• Martedì 9 giugno ore 10:00 – Come ridurre le quote fisse?
• Martedì 16 giugno ore 10:00 – Tutorial BenchMonitor
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