Un’analisi di lungo periodo sulle due grandezze che determinanto il costo dell’energia elettrica. Scopriamo l’incidenza delle divergenze sulla marginalità delle tariffe.
Sul nostro sito affrontiamo di frequente il tema dei costi energetici per la PA e, inevitabilmente, ci occupiamo di due parametri fondamentali: prezzo del petrolio (Brent) e prezzo dell’energia elettrica in borsa (PUN).
Nel presente articolo diamo uno sguardo alle due grandezze da un particolare punto di vista: proponiamo una lettura storica e congiunta dei movimenti di Brent e Pun, focalizzandoci sull’aspetto degli effetti delle variazioni sul conto economico dei fornitori di energia elettrica. Per i fornitori di energia elettrica aggiudicatari delle Convenzioni Consip che si approvvigionano di energia sul mercato all’ingrosso, il Brent (fino alla Consip EE12) ha determinato l’entità dei ricavi, mentre il PUN ha segnato il costo di acquisto della materia prima. L’analisi congiunta delle due grandezze può quindi offrire interessanti spunti di riflessione sull’andamento della marginalità, ovvero della redditività delle Convenzioni Consip per gli aggiudicatari delle stesse.
L’analisi storica dei prezzi aiuta a capire meglio le attuali dinamiche dei prezzi e a dare il giusto peso ai fenomeni di breve periodo. E’ bene precisare che il contratto per la fornitura energetica è generalmente di un solo anno, dunque, nei 10 anni di seguito riportati potrebbero inserirsi fino a 10 diversi contratti di fornitura. Come vedremo di seguito, il movimento di prezzo, che nel grafico a 10 anni appare come un piccolo scostamento, nella scala annuale può significare una vera e propria “catastrofe”.
Nel grafico seguente abbiamo riportato sulla stessa scala i prezzi di Brent e PUN degli ultimi 10 anni. Il confronto tra le due grandezze è soltanto grafico e, probabilmente, non molto rigoroso. Stiamo infatti confrontando €cent/kg per il Brent con €/MWh per il PUN. Tuttavia, ragionando in termini relativi e di dinamiche dei prezzi nel tempo, il grafico offre senza dubbio interessanti spunti di riflessione.
Nel grafico abbiamo riportato, con l’area rosa, la differenza tra i prezzi che, come anticipato, può rappresentare una buona approssimazione della marginalità delle Convenzioni Consip.
Ad un primo sguardo di insieme, per prima cosa rileviamo il picco del differenziale in corrispondenza dell’autunno del 2008. Si tratta del periodo più difficile per i mercati finanziari mondiali degli ultimi anni, quando si temeva per la stabilità del sistema. Ricordiamo che proprio nell’autunno del 2008 la crisi dei mutui subprime ha toccato il suo apice con la scomparsa di Lehmna Brothers il 15 settembre 2008. Il fenomeno è interessante perché la dinamica dei prezzi energetici di quel periodo dimostra l’elevata correlazione esistente tra i mercati energetici e i mercati finanziari. Solo l’elevata componente di finanza all’interno dei mercati energetici può spiegare, e giustificare, quello che è accaduto al Brent negli ultimi due anni, con un prezzo passato in pochi mesi da 110 a 26 $/bbl. Tale fenomeno, attualmente di grande attualità, è stato già vissuto dal mercato tra il 2008 e il 2009 con una discesa ancora più repentina. Oggi però la situazione è senza dubbio più grave perché la discesa è stata preceduta da un lungo periodo di prezzi stabili, dal 2011 a metà 2014.
Concentrando la nostra attenzione sul differenziale, che dal nostro punto di vista rappresenta indirettamente la marginalità storica dei fornitori aggiudicatari delle Convenzioni Consip, scopriamo che dal 2009 all’estate del 2014 il differenziale è costantemente salito, a fronte di una sostanziale stabilità nei prezzi di borsa dell’energia elettrica. Tale divergenza ha senz’altro contribuito a determinare buoni affari per i venditori di energia ma, nel contempo, ha favorito l’aumento della concorrenza. Si spiega quindi il perché, fino all’edizione Consip EE12, le nuove Convenzioni avessero prezzi puntualmente più bassi rispetto all’edizioni precedenti.
L’estate del 2014 ha rappresentato il punto di svolta: il Brent è crollato a fronte di un PUN tutto sommato stabile. La marginalità è dunque venuta meno e, fornire energia elettrica con la tariffa indicizzata al Brent, è diventato antieconomico. Come diretta conseguenza il rapporto contrattuale tra Gala e Consip ha vissuto momenti difficili (sul tema Ricorso Gala su Consip EE12: il tribunale respinge) e tante amministrazioni hanno avuto difficoltà ad accedere a Consip, nonostante tale adesione sia un obbligo di legge.
Tali episodi hanno dunque indotto Consip a optare per l’edizione EE13 all’indicizzazione al PUN, facendo dunque venir meno le problematiche connesse alla variabilità della marginalità. In effetti oggi la borsa elettrica è sufficientemente liquida, efficiente e in grado di offrire segnali di prezzo adeguati alle effettive condizioni di mercato. Continuare con una indicizzazione al Brent non avrebbe avuto più senso.
Dal 2016 i fornitori di energia percepiranno un corrispettivo per l’energia venduta coerente con il costo di acquisto dell’energia all’ingrosso.
L’aspetto estremamente positivo è che proprio a partire dal 2016 il prezzo del PUN è precipitato con effetti positivi sulla bolletta elettrica delle PA.